Morta la vedova di Martin Luther King. "Una vita contro la povertà e l'apartheid"
Dopo l'assassinio del marito proseguì nella lotta per i diritti dei neri.
ATLANTA - E' morta Coretta Scott King, vedova del leader dei diritti civili dei neri americani e premio Nobel per la pace Martin Luther King. La donna aveva 78 anni.
Nata il 17 aprile 1927 a Marion, in Alabama, dove trascorse la sua infanzia, si dedicò agli studi musicali al New England Conservatory of Music di Boston, dove
incontrò Martin Luther King. I due si sposarono nel 1953, ed ebbero quattro figli. Negli anni Cinquanta e Sessanta, Coretta sostenne sempre il marito, partecipando ai suoi interventi e alle manifestazioni in difesa dei diritti dei neri. In particolare, grazie alla sua educazione musicale, prese parte ai ''concerti per la libertà'', appuntamenti di poesia, canto e conferenze legate al movimento dei diritti civili. Nel 1962 fu delegata del Women's Strike for Peace nella Conferenza sul Disarmo di Ginevra.
Dopo l'assassinio del marito, nel 1968, la vedova King continuò la battaglia per i diritti della popolazione di colore negli Usa, diventando una guida nazionale per gli afroamericani. Appena alcuni giorni dopo l'omicidio, Coretta guidò la marcia a nome dei lavoratori del servizio sanitario a Memphis, sostituendo suo marito, e successivamente nello stesso mese, tenne a New York il suo discorso alla manifestazione antiguerra del Vietnam.
Per tutta la vita ha diffuso la filosofia della non violenza del marito attraverso il Martin Luther King Jr. Center for Nonviolent Social Change, costruito ad Atlanta, a pochi passi dalla chiesa del reverendo King. Ma ha preso impegni contro la povertà, ha lottato contro il disarmo, affermandosi come leader degli afro-americani e icona del pacifismo.
La sua figura fu discussa quando lanciò una campagna per scagionare James Earl Ray, l'uomo che nel 1969 aveva confessato di aver ucciso il marito, aveva poi ritrattato ed era morto nel 1998 protestando la sua innocenza. Coretta e i figli avevano lanciato un appello al presidente Clinton per una commissione di inchiesta, affermando che un nuovo processo avrebbe "prodotto nuove rivelazioni sull'assassinio".
Lo scorso anno aveva subito un ictus, che l'aveva lasciata semiparalizzata e priva della parola. Le sue precarie condizioni di salute le avevano impedito di prendere parte, come ogni anno, alla commemorazione nazionale del marito che si tiene il terzo lunedì di gennaio, e di pronunciare il consueto discorso.
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