Stati Uniti: più di 3 milioni in piazza contro la legge sull'immigrazione
E' passata la legge statunitense che prevede un inasprimento delle politiche di immigrazione. Rigide regole per l'ottenimento dei permessi di soggiorno, criminalizzazione dei non in regola. Molte le proteste in piazza. La prossima è prevista per il primo maggio.
Negli Stati Uniti, si calcola, vivono 12 milioni di persone senza documenti, e ogni anno ne arriva un altro milione.La maggior parte fa lavori che gli americani non fanno, o almeno non per la stessa paga. La proposta di legge approvata alla camera dei rappresentanti in dicembre inasprirebbe le politiche di immigrazione: tra i drastici provvedimenti per marginare la presenza di clandestini negli States, la costruzione di oltre 1000 km di muro al confine tra Stati Uniti e Messico. Inoltre, in base al provvedimento sarà possibile espellere un immigrato senza permesso anche nel caso abbia dei figli piccoli nati negli Stati Uniti e che vivono nel terrotiorio americano.
A fine marzo i latinos e non solo sono scesi in piazza, in 500 mila a Los Angeles e in 300 mila a Chicago. e anche ad aprile in circa 60 città degli Usa centinaia di migliaia di persone hanno fatto sentire la loro voce. Il Senato ha risposto con una proposta alternativa, approvata dalla commissione di giustizia, che prevedeva il raddoppiamento dei permessi di soggiorno e una semplificazione delle procedure per l'ottenimento della cittadinanza; l' opposizione dei repubblicani è stata netta e il Senato non è riuscito ad approvare il testo preparato dalla commissione.
Ora bisogna raggiungere un compromesso. Un lavoro difficile, complicato dal fatto che tra sette mesi ci saranno le elezioni per il Congresso, e i politici sanno che in ballo ci sono i voti della popolazione ispanica, ma anche i voti di chi chiede di chiudere le frontiere ai clandestini. Questa volta Bush non appoggia i repubblicani più conservatori, e si è schierato con la lobby imprenditoriale, dichiarandosi a favore di un programma di "lavoratori ospiti" per mettere in regola chi lavora negli Usa.
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