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«Così si aggrava il problema»

Tolleranza zero. Il presidente dell'Arci Paolo Beni attacca il centrosinistra: «Il muro contro muro non porta da nessuna parte. Non bisogna inseguire le paure, pure reali, dei cittadini. Così si consegnano le persone marginali alla criminalità»
5 settembre 2007
Stefano Milani
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

«Un modo inutilmente proibizionista e repressivo per affrontare i problemi sociali». Così il presidente dell'Arci, Paolo Beni, sul giro di vite del governo in materia di sicurezza.
Cosa proprio non le piace del provvedimento della giunta Domenici sui lavavetri e, più in generale, di quest'ondata di pugno di ferro decisa dal ministro Amato?Credo che si stia sbagliando il tiro. Quello sui lavavetri è un provvedimento assurdo, sia dal punto di vista giuridico sia, soprattutto, dal punto di vista etico. Di fronte ad un problema reale, che però non è certo la maggiore emergenza del paese, si è trovata la soluzione peggiore, che rischia di alimentare ulteriormente la marginalità sociale. Invece di scegliere la strada della repressione si dovrebbe intervenire con le politiche sociali, lavorando sulla ricostruzione di relazioni e di legami sociali nelle nostre città. La strada del muro contro muro non porta da nessuna parte. Anzi credo che così si aggravi ulteriormente il problema, e si rischi di consegnare queste persone dalla precarietà dell'arrangiarsi alle braccia della criminalità.
Come spiega tutta questa voglia di «tolleranza zero» da parte delle amministrazioni di centro-sinistra?Non metto in dubbio i valori e l'obbiettivo di fondo dei sindaci di centro-sinistra, ma le scelte politiche con cui pensano di realizzarli. Credo che all'origine di questo errore ci sia un impoverimento della politica, che è sempre più incapace di dar voce alle persone e sembra solo interessata alla rincorsa del facile consenso immediato.
E infatti i sondaggi dicono che la stragrande maggioranza dei cittadini è favorevole a questi provvedimenti...E' normale che sia così, perché è la risposta più immediata ai disagi reali che ci sono, che divengono terreno fertile per l'egoismo sociale. Senso di insicurezza c'è fra i cittadini, è indubbio. Ma il compito della politica è anche quello di dare risposte positive e propositive a questo disagio, non inseguirlo fomentando e incoraggiando le paure. Bisogna avere il coraggio di andare oltre. Altrimenti si finisce per giustificare il luogo comune che gli immigrati sono tutti delinquenti, e non è affatto vero.
E a chi parla di emergenza immigrazione nel nostro Paese, cosa risponde?Che in realtà non esiste un'emergenza immigrazione. I dati parlano chiaro e dicono che in Italia i flussi migratori sono tra i più bassi d'Europa, e sono destinati a crescere perché è il mercato del lavoro che lo richiede. Il vero problema della presenza dei migranti nel nostro paese è la situazione di irregolarità in cui molti di essi sono costretti a causa di quella scellerata legge che è la Bossi-Fini.
Soluzioni per interrompere questa tendenza?La nuova legge sull'immigrazione che prosciughi il terreno dell'irregolarità e faccia emergere l'immigrazione regolare per ricerca di lavoro. Politiche di accoglienza ed integrazione. E poi un grande lavoro culturale, che va fatto dal basso, di incontro, confronto e scambio fra i nuovi cittadini delle nostre che stanno diventando comunità plurali. Basterebbe vedere l'immigrato innanzitutto come essere umano, con la sua storia, con i suoi problemi. Politica, istituzioni, società civile, ciascuno può fare la sua parte, compresi i media. L'informazione su questi temi è un grave problema, c'è uno scarto enorme fra la realtà e come viene rappresentata, con un bombardamento mediatico di messaggi negativi.

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