Spiare non va bene! Il caso di Yahoo sbarca in Parlamento
Al ministro degli Affari Esteri, a quello degli Interni e al ministro all'Innovazione Tecnologica
- secondo quanto rivela Reporters Sans Frontieres la divisione cinese del noto portale internet "Yahoo!" avrebbe collaborato con le autorità locali per l'arresto del giornalista dissidente Shi Tao;
- Tao è stato condannato a 10 anni di prigionia per aver divulgato in tutto il mondo alcune "direttive segrete" emanate dal governo di Pechino: veri e propri divieti rivolti ai direttori di tutte le testate nazionali, scritti con tono intimidatorio, che stabilivano il divieto di raccontare il quindicesimo anniversario della rivolta di Piazza Tiananmen, svoltosi lo scorso giugno;
- Tao, che si è servito di "Yahoo!" per aprire un indirizzo e-mail, sarebbe stato rintracciato attraverso i messaggi di posta elettronica spediti tramite il servizio offerto dal portale;
- è legittimo domandarsi se tale "collaborazione" sia possibile anche in Italia, sulla base del recente decreto antiterrorismo e quindi quali siano le garanzie di privacy e di libertà garantite dall'attuale ordinamento;
- se il Ministro degli Affari Esteri intenda sollevare formale protesta presso il governo cinese;
- se il Ministro degli Interni ritenga che un fatto simile possa accadere anche in Italia in base alla legislazione vigente;
- se il Ministro dell'Innovazione tecnologica intenda attuare politiche più restrittive a garanzia della privacy degli utenti italiani
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