Italia, la Cassazione: "Le popolazioni locali non sono contrarie a basi militari Usa"
La Corte di Cassazione condanna chi manifesta contro le basi militari e annuncia che le stesse sono state regolarmente autorizzate dallo Stato italiano e non sono viste dalla maggioranza delle popolazioni locali con ostilità e avversione. Nel 2009 aveva sentenziato che un giudice italiano non puo' ordinare agli Stati Uniti di rimuovere gli ordigni atomici presenti nella base aerea di Aviano.
Eppure il territorio su cui si trova la base, si tratti di basi americane o di basi Nato, è territorio italiano e quindi l’istituzione della base non implica alcuna cessione di sovranità territoriale. Lo stato estero può essere presente in territorio italiano nei limiti dell’autorizzazione concessa e in virtù del principio volenti non fit iniuria (a chi acconsente non si fa offesa). La base non è da considerare extraterritoriale, come se fosse una sede diplomatica.
In particolare nell'accordo del 1995 stipulato in seguito alla strage del Cermis si definisce che "le Parti manterranno e rafforzeranno i rapporto di collaborazione per la difesa comune, la pace e la sicurezza, in ottemperanza ai principi di reciproco interesse e del rispetto della sovranità nazionale di entrambi i paesi".
http://www.repubblica.it/online/speciale/shell/uno/uno.html
Quanto al fatto che la maggioranza della popolazione si mostrerebbe favorevole alle basi militari, la Corte di Cassazione forse confonde la volontà popolare con l'esercizio di potere dello Stato come accaduto anche in Giappone.
Nonostante le proteste gli Stati Uniti insistono per andare avanti con i piani per una nuova Base militare sull'isola.
http://articles.latimes.com/2010/may/06/opinion/la-oe-johnson-20100506
Giappone-Usa: rinnegando uno dei più importanti impegni che si era assunto in campagna elettorale, il premier giapponese, Yukio Hatoyama, ha detto ieri ai residenti dell'Isola di Okinawa che la base dell’aviazione Usa verrà semplicemente dislocata in un'altra località dell'isola, più a nord in una zona meno popolata, e non spostata in una destinazione completamente diversa.
http://www.nytimes.com/2010/05/24/world/asia/24japan.html?hpw
Italia, la Cassazione: le popolazioni locali non sono contrarie a basi militari Usa
"Le basi militari di Vicenza e Pisa, in uso all'esercito degli Stati Uniti d'America, non sono viste con ostilità e avversione" per via della "tradizionale amicizia" tra Italia e Usa - La Cassazione ha rivelato che la maggior parte degli italiani vede di buon occhio le basi militari Usa in Italia. Lo ha detto confermando una condanna a dieci mesi di reclusione per interruzione di pubblico servizio nei confronti di Luca Casarini e di un gruppo di No Global. Il 21 febbraio di sette anni fa, presso la stazione ferroviaria di Monselice, in provincia di Padova, il gruppo diede vita ad una manifestazione per impedire il transito di un convoglio che trasportava armi ed altro materiale militare dalla base Usa Setaf alla base di Camp Darby a Pisa. La Cassazione ha confermato le condanne già inflitte da parte della Corte d'appello di Venezia, sentendo però la necessità di rilevare che "sia la base militare di Vicenza sia quella a Pisa, in uso all'esercito degli Stati Uniti d'America, sono state regolarmente autorizzate dallo Stato italiano e non sono viste dalla maggioranza delle popolazioni locali con ostilità e avversione data dalla tradizionale amicizia e il comune modo di sentire che ha sempre contraddistinto i rapporti tra l'Italia e gli Stati Uniti d'America".
http://notizie.virgilio.it/notizie/esteri/peace_reporter/2010/05_maggio/28/italia_la_cassazione_le_popolazioni_locali_non_sono_contrarie_a_basi_militari_usa,24515131.html
La Cassazione condanna i Disobbedienti
«L'Italia non è ostile alle basi militari Usa»
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Home/154972_la_cassazione_condanna_i_disobbedienti_litalia_non__ostile_alle_basi_militari_usa/
ATOMICHE BASE AVIANO: CASSAZIONE, GIUDICE ITALIANO NON COMPETENTE SU RIMOZIONE
Roma, 26 feb. 2009 - Il giudice italiano non puo' ordinare agli Stati Uniti di rimuovere gli ordigni atomici che sarebbero presenti nella base aerea di Aviano. Le sezioni unite civili della Cassazione hanno infatti dichiarato il difetto di giurisdizione dell'autorita' italiana in merito al procedimento aperto davanti al tribunale di Pordenone con la citazione in giudizio degli Stati Uniti da parte di alcuni cittadini che vivono nei pressi della base. Questi ultimi, infatti chiedevano ai giudici italiani di dichiarare l'illeggimita' dell'installazione di 50 armi nucleari ad Aviano, "alla luce del grave e attuale pericolo incombente
sulla propria salute e sulla propria vita", nonche' una pronuncia impositiva nei confronti degli Usa "dell'obbligo di procedere alla rimozione di tali armi nucleari dal territorio italiano", con la condanna al risarcimento, nei loro confronti, dei danni. La suprema corte, pero', ha sancito la non competenza del giudice italiano, sottolineando che "l'unico possibile vulnus al principio dell'immunita' dello Stato estero puo' ritenersi legittimamente predicabile esclusivamente in presenza di comportamenti gia' accertati nella loro consumazione e caratterizzati da gravita' tale da configurarsi come crimini
internazionali". Vicende, queste, si legge nella sentenza numero 4461, "cui non e' in alcun modo assimilabile l'allocazione di armi nucleari in una base militare in forza di pregressi impegni sovranazionali obiettivamente preordinati al perseguimento di imprescindibili esigenze di sicurezza nazionale, in un piu' ampio contesto di equilibri di forze internazionali cui lo Stato italiano e' sicuramente e attualmente interessato e partecipe".
L'immunita' degli Stati Uniti, continuano gli alti giudici, discende dalle previsioni del trattato del Nord Atlantico, "che escludono la giurisdizione dello stato cosiddetto 'di soggiorno' in ordine a tutte le domande riguardanti attivita' di diritto pubblico aventi un nesso immediato con l'espletamento dei compiti propri degli organi del Patto Atlantico e cio' in base al ricordato criterio della immunita' ristretta che non trova deroga neppure in presenza di attivita' idonee a ledere o porre in pericolo la vita, l'incolumita' personale o la salute dei cittadini dello stato ospitante". La base militare "di cui si contesta la
presenza stessa in territorio italiano - conclude la cassazione - si inserisce indubitabilmente, come ufficialmente conclamato dallo stesso governo italiano, nell'ambito delle iniziative volte a realizzare un apparato difensivo nell'interesse comune di due stati, a tutela della rispettiva sicurezza e nel rispetto di obblighi convenzionalmente assunti".
Le attivita' che si svolgono nella base di Aviano, dunque, "vanno ricollegate - si sottolinea nella sentenza - all'esercizio di poteri non sindacabili dagli organi di giurisdizione dello Stato ospitante e appaiono altresi' giustificate in base a quanto richiesto dal Patto Atlantico".
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