Stop ai bombardamenti
Libia: difendere i civili, fermare i raid
Questa guerra azzera il "risorgimento" delle popolazioni e consente alle potenze vincitrici di scegliersi gli interlocutori e di costituire regimi accomodanti in grado di garantire le risorse energetiche con opportunismo e obbedienza. Compito urgente è quello di chiedere la fine dei raid e l'attuazione della risoluzione Onu per quella che è l'unica legittima finalità per cui è stata richiesta: la protezione della vita di persone che rivendicano libertà e democrazia.
20 marzo 2011
Nei giorni scorsi il regime di Gheddafi ha represso la popolazione civile che reclamava democrazia. Lo ha fatto bombardando, usando mezzi militari, mercenari e spargendo sangue. Da più parti si è levata la richiesta di una risoluzione dell'Onu fermasse le stragi creando una zona di non sorvolo militare e un intervento a protezione dei civili. Una richiesta in tal senso è venuta dalla Tavola della Pace e, con essa, vi è chi ha nutrito speranza nei confronti di una risoluzione Onu che riducesse l'escalation della violenza da parte del regime di Gheddafi. Sul sito di PeaceLink vi è una lucida analisi della risoluzione Onu, scritta dal prof. Antonio Papisca prima che venisse attuata l'azione in corso.
Ma invece dell'attuazione di una risoluzione che aveva lo scopo dichiarato di ridurre l'escalation, siamo in presenza di un'inquietante dinamica opposta che ha i connotati della guerra, proprio quella guerra che lo statuto dell'ONU bandisce.

L'ONU ammette un uso della forza al solo scopo di "mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale", come specifica l'articolo 42 del suo Statuto. Parla di "ristabilire la pace" e non di innescare una guerra.
Il duplice compito di garantire la pace e di difendere la vita delle popolazioni non si compie con un'azione militare devastante che ha evidentemente altri scopi meno nobili.
Quali? Lo dicono chiaramente i giornali di destra.
"Sono anni che non ci scandalizziamo per il fatto che le guerre si facciano anche per interessi economici, perché da sempre avviene così", ha scritto oggi Mario Giordano su Il Giornale.
"In questa storia chi preme il grilletto per primo ha poi il diritto di sedersi al tavolo dei vincitori", ha aggiunto Mario Sechi su Il Tempo, sempre oggi.
Si mettono in campo forze assolutamente sproporzionate per una gara bellica - in cui l'Italia è passata la baciamano ai Tornado - che ha come scopo quello di "sedersi al tavolo dei vincitori" con il maggior "merito militare possibile".
Soprattutto pone "sotto tutela" e fuori gioco quella stessa popolazione che aveva manifestato per la democrazia.
Le ragioni della "necessità" della nonviolenza nella risoluzione dei conflitti stanno nella sua capacità di rendere protagoniste le fasce più deboli della popolazione. Abbassare la violenza aumenta la democrazia, aumentare la violenza significa annullare la partecipazione.
Questa guerra azzera il "risorgimento" delle popolazioni e consente alle potenze vincitrici di scegliersi gli interlocutori e di costituire regimi accomodanti in grado di garantire le risorse energetiche con opportunismo e obbedienza.
E' la fine di un'autodeterminazione dei popoli e l'inizio di un nuovo regime eterodiretto.
Così si consegna la soluzione della crisi non alla sovranità popolare ma alle sole armi, facendo vincere non la forza della ragione ma unicamente la ragione della forza.
A 150 anni dall'Unità d'Italia occorre ricordare che una soluzione del genere sarebbe stata aborrita da Mazzini.
Compito urgente è quello di chiedere la fine dei raid e l'attuazione della risoluzione Onu per quella che è l'unica legittima finalità per cui è stata richiesta: la protezione della vita di persone che rivendicano libertà e democrazia.
Articoli correlati
- Sull'aggressione militare russa in Ucraina
Gli Stati Uniti d’Europa per la pace in Ucraina e nel mondo intero
Di fronte a una possibile escalation che può far scoppiare una terza guerra mondiale l’UE deve chiedere l’immediato cessate il fuoco in Ucraina, la costituzione di corridoi umanitari e l’invio di Caschi blu dell’Onu come forza di interposizione e di aiuto umanitario.11 marzo 2022 - Nicola Vallinoto - Rapporto “The right to a clean, healthy and sustainable environment: non-toxic environment”
ONU: "Taranto zona di sacrificio, una macchia sulla coscienza collettiva dell'umanità"
L'ONU scrive: "Le zone di sacrificio spesso sono create dalla collusione di Governi e imprese. L'acciaieria Ilva di Taranto, in Italia, da decenni compromette la salute delle persone e viola i diritti umani".18 febbraio 2022 - Comitato Cittadino per la Salute e l'Ambiente a Taranto - La lista di come hanno votato tutte le nazioni su quella risoluzione delle Nazioni Unite
Dichiarazione ONU sul diritto alla pace del 19 dicembre 2016
L'Assemblea Generale dell'ONU in quella data ha approvato la dichiarazione sul diritto alla pace (Risoluzione A/C.3/71/L.29 "Declaration on the Right to Peace") con 131 favorevoli, 34 contrari e 19 astenuti. Gli USA hanno votato contro da dichiarazione sul diritto alla pace. L'Italia si è astenuta.12 dicembre 2021 - Redazione PeaceLink - Protesta al Senato
"Stop al finanziamento della guardia costiera libico-turca"
Una motovedetta donata dall'Italia alla guardia costiera libica ha sparato su un barcone di immigrati. Occupati i banchi del governo durante la discussione sul rifinanziamento delle missioni militari internazionali. La presidente di turno ha sospeso l'Aula per cinque minuti.4 agosto 2021 - ANSA
Sociale.network