Il 1° gennaio di ogni anno è il momento consueto per formulare i buoni propositi per i 365 giorni a venire. Se ne formulano tanti e di solito se ne mantengono pochi. Una ex-pacifista, ora decisa a non essere più ex, ha invece scelto per quest'anno un solo proposito. Così è più sicura di mantenerlo.
Una motovedetta donata dall'Italia alla guardia costiera libica ha sparato su un barcone di immigrati. Occupati i banchi del governo durante la discussione sul rifinanziamento delle missioni militari internazionali. La presidente di turno ha sospeso l'Aula per cinque minuti.
Finanziando le milizie libiche si intende respingere i migranti in pieno deserto libico e impedire in tutti modi la fuga via mare dall’inferno libico. Non aspettiamo passivamente che votino. Ritroviamoci al Nazareno, sede nazionale del Pd per esigere un voto di coerenza, dignità e giustizia.
La nave da guerra italiana Caprera era stata inviata a Tripoli per partecipare alla lotta contro i trafficanti di esseri umani in Libia. Alcuni membri del suo equipaggio hanno caricato merce di contrabbando.
La guerra a Gheddafi non ha portato la democrazia e la libertà. In Libia si tortura e si violano pesantemente i diritti umani. Profughi in catene, ustionati e denutriti, aggrediti con acido, picchiati con martelli e tubi.
Tra violazioni dei diritti umani, respingimenti, torture conclamate, la Libia resta partner economico di questa nostra strana Italia.
Note a margine di un memorandum italo-libico.
Il 25 gennaio in oltre 50 città italiane associazioni, movimenti e cittadini hanno organizzato eventi aderendo all'appello Spegniamo la guerra, accendiamo la Pace. PeaceLink pubblica le foto di alcune piazze. E alla vigilia è stata diffusa un'importante lettera dalla società civile irachena
27 gennaio 2020
Sabato 25 gennaio 2020 giornata di mobilitazione internazionale per la pace
“La guerra è un male assoluto e va ‘ripudiata’, come recita la nostra Costituzione all’Art. 11: essa non deve più essere considerata una scelta possibile da parte della politica e della diplomazia”.
Abbandoniamo l’alta filosofia, le raffinate (o interessate?) analisi geopolitiche o sociologiche. Mettiamo in fila, uno dopo l’altro, le banali, lineari verità che questi tempi ci raccontano. Ma che sembra proibito dire, un po’ come il famoso bambino del “vestito nuovo dell’imperatore”.
3 gennaio 2019 - Alessio Di Florio
Chi è Osman Matammud e perché un tribunale italiano se ne è occupato
Paolo Bogna commenta per la testata cattolica Avvenire una importante sentenza su un migrante imputato per fatti avvenuti in Libia. Non potremo più dire che non sapevamo cosa accade nei centri di detenzione in Libia definiti dal PM «una situazione paragonabile a quella di un lager nazista».
Molto prima dello show di Trump, John Bolton, Consigliere per la sicurezza nazionale, aveva studiato e approvato tutti i documenti del vertice perché tutto è molto orientato nel senso americano
Solo pochi giorni fa abbiamo potuto raccogliere, nel centro medico di Lampedusa, le testimonianze di persone che erano riuscite a fuggire dai lager libici. Testimonianze da far accapponare la pelle.
vista la sua lunga esperienza nei paesi in cui abbiamo “esportato la democrazia” con la guerra, il riferimento alla democrazia partecipata assomiglia più ad un suo uso strumentale per ottenere una legittimazione puramente esteriore o ad un consenso artificiale
Si chiamano Psychological Operations (PsyOps) e servono a manipolare l'opinione pubblica. I principali obiettivi delle PsyOPs oggi sono (paradossalmente) proprio i pacifisti. Come reagire? Diventanto esperti di fact checking, entrando nel vivo delle informazioni militari per verificarle con sistematicità, con metodo e con una buona dose di dubbio.
Un appello dopo l'intenzione del Governo Italiano di chiudere i porti alle navi delle organizzazioni umanitarie, un atto che condannerebbe a morte migliaia di persone sospese fra le persecuzioni subite nei paesi di origine, quelle patite in Libia e il diritto alla salvezza. PeaceLink aderisce a quest'appello
1 luglio 2017
Non lasciamoci coinvolgere dalla missione militare USA
Partecipare alla guerra in Libia non ci metterà al sicuro ma ci esporrà a nuovi pericoli. E’ tempo di riconoscere che il primo interesse concreto, vitale, dell’Italia è la pace. La decisione americana di intervenire direttamente con nuovi bombardamenti è il segno dell’escalation in corso. Dicono che stanno combattendo lo stato islamico ma la guerra non ha mai risolto un solo problema senza crearne di peggiori.
La cronaca di queste ore mostra ancor di più quanto sia necessario e vitale uscire dall’Impero militarista e guerrafondaio, difendere la democrazia e la Pace. Il 12 marzo nuova grande mobilitazione in tutta Italia
Siamo di fronte a un "sacrificio" umano premeditato per difendere un cumulo di rovine. Muoiono ragazzi senza esperienza, impiegati in missioni suicide per dimostrare eroismo insensato in un punto privo di valore strategico dal quale ogni ragionevole generale ritirerebbe le truppe per salvarle.
Sono vittime di un vero e proprio montaggio giudiziario per essersi difesi dai cacicchi e dagli attacchi della politica tradizionale dello Stato di Oaxaca.
Stella Moris Assange lancia un grido d’allarme a tutti coloro che fanno il giornalismo con coscienza. E anche a tutti coloro che ne dipendono per tenersi informati. Il Potere sta cercando di bendare e imbavagliare non solo Julian ma anche la stessa informazione libera e il nostro #DirittoDiSapere.
Davanti all'Eurodeputata Sabrina Pignedoli, alla prof.ssa Maria Cristina Marchetti, al prof. Alessandro Guerra, al giornalista Riccardo Iacona e ad una sala gremita di studenti, la partner di Julian Assange ha elogiato le iniziative in tutto il mondo a favore del fondatore di WikiLeaks.
Lunedì scorso gli attivisti di Reggio Emilia sono riusciti a far votare dal loro Consiglio Comunale l’ambita onorificenza a favore del giornalista australiano. Come hanno fatto? Ce lo spiega una di loro, passo per passo: una ricetta che, volendo, tutti noi potremmo utilizzare nei nostri comuni.
Sociale.network