Le famiglie dei soldati a Bush: tornino a casa
Mentre in Italia i genitori degli ostaggi soffrono dolore o ansia, e' stato rapito un soldato USA, perfettamente riconoscibile in un video trasmesso da Al Jazira. (1)
Cio' non fara' che acuire la pressione su Bush da parte di alcune famiglie dei soldati distaccati in Iraq, le quali reclamano il ritorno a casa dei loro cari. Esse si sono opposte all'occupazione in Iraq, ed hanno dimostrato l'altroieri di fronte alla Casa Bianca, per chiedere al presidente Bush l'immediato rimpatrio dei soldati, proprio mentre si stabiliva di prolungare la ferma per 20000 per altri tre mesi.
Addirittura le famiglie dei militari hanno fondato un'organizzazione di familiari di circa 1500 soldati di stanza in Iraq e che hanno lasciato a casa mogli e figli. Alcune famiglie hanno potuto gia' riabbracciare i propri cari l'anno scorso, ma altre non sono state cosi' fortunate e i loro congiunti sono morti combattendo.
L'associazione di familiari dei soldati ha anche tenuto una conferenza stampa di protesta nella quale sono emersi rabbia e disgusto per la decisione di Bush di entrare in guerra in modo illegale. Hanno anche citato il petrolio e gli appalti come causa della guerra.
Le famiglie hanno detto che Bush non puo' comprendere le loro paure e il dolore inflitto a coloro che perdono un familiare, perche' non e' lui a pagare le conseguenze della guerra. Le famiglie si sono anche rivolte al Congresso per chiedere di non spendere piu' in Iraq nemmeno un giorno, nemmeno una vita. Aprile e' stato il mese in cui sono morti piu' soldati dall'inizio della guerra.
Come reazione le famiglie hanno deciso di inondare la presidenza degli Sati Uniti di lettere ed e-mail di protesta. Giorni fa era venuto alla luce lo scandalo dei giubbotti antiproiettile mancanti, che aveva spinto le famiglie dei soldati a dotarne i congiunti in partenza a proprie spese
Fonte: http://www.osservatoriosullalegalita.org/04/notizie/aprile2/1788maupin.htm
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