Il Liceo Linguistico Manzoni e il pericolo nucleare
Il Liceo Linguistico Manzoni e il pericolo nucleare
http://www.arcipelagomilano.org/archives/50532
Un esempio di buona cultura tra i giovani
5 GIUGNO 2018 BY FRANCA MAFFEI
“Mi piacerebbe poter dire che non ci sia pericolo di un lancio nucleare accidentale oggi. Ma quando c’è in ballo lo spazio- quando giochiamo a fare Dio- chi può sapere quale sarà la prossima sorpresa?” Queste le parole del colonnello Stanislav Petrov, “l’uomo giusto al posto giusto nel momento giusto” come lui dice di se stesso, l’uomo che seppe sventare una guerra nucleare tra USA e URSS. Uomo giusto al posto giusto perché in effetti, del tutto casualmente, si trovò, per sostituire un collega assente, a dovere prendere decisioni per l’intera umanità!
Petrov riuscì a individuare un falso allarme dei computer, che, la notte del 26 settembre 1983, segnalavano cinque missili nucleari diretti dagli USA verso la capitale dell’URSS (in realtà riflessi sulle nuvole di onde elettromagnetiche lunari), e decise di non informare i suoi superiori della terribile ed angosciosa crisi che tutta la guarnigione visse nella stazione di avvistamento sovietica alla periferia di Mosca, che lui si trovò a comandare.
Al Liceo Linguistico Manzoni di Milano, il 19 maggio 2018, ad un anno esatto dalla sua morte, si è tenuta la prima commemorazione di quest’uomo che, molto probabilmente, salvò l’umanità dalla guerra nucleare.Meno male che ci sono le scuole a diffondere cultura tra i giovani!
Gli interventi di Fabrizio Dragosei, giornalista del Correre della Sera e di Alfonso Navarra, portavoce dei “Disarmisti esigenti”, organizzazione della Rete ICAN (Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari) premiata con il Nobel per la pace 2017, introdotti da Luigi Cadelli, responsabile del MUN (Model of United Nations di Milano, il modello formativo messo a punto per i ragazzi dalla diplomazia internazionale), hanno unanimemente sottolineato che Stanislav Petrov non fu affatto premiato dalla dirigenza sovietica perché aveva “disubbidito” (e perché non si volevano ammettere pubblicamente le pecche del software di avvistamento). Venne invece emarginato e fatto vivere in casette più o meno fatiscenti dette “krusiovske” alla periferia della città di Mosca per il resto dei suoi giorni.
L’ONU però ha riconosciuto il valore del suo gesto proclamando il 26 settembre “Giornata internazionale contro le armi nucleari”. Navarra ha citato nel suo discorso una considerazione di Carlo Cassola, lo scrittore italiano, fondatore della Lega per il disarmo nucleare: “Le armi nucleari comportano la fine del mondo. In questo caso ci serve solo il senno del prima”. Oggi inoltre anche una piccola guerra nucleare tra stati minori con l’inverno climatico che produce, agirebbe in modo disastroso sul complessivo stato climatico del pianeta.
La minaccia nucleare e la minaccia climatica sono entrambe sottovalutate dai governi, dall’opinione pubblica e dalla stampa, come nel complesso gli inquinanti quotidiani; ci vuole una volontà colta sempre presente a ricordare quanto sia importante per ciascuno difendere la vita e la salute, il capitale più importante che personalmente possediamo.
Vorremmo con Disarmisti esigenti diffondere a Milano il film “The man who saved the world”, regia di Peter Anthony, in sale cinematografiche, biblioteche, circoli culturali; organizzare un’iniziativa per il “Petrov day “ il 26 settembre 2018, Giornata ONU contro le armi nucleari, coinvolgendo musicisti e artisti; e soprattutto premere affinché la Giunta Sala, il Comune di Milano, che ha appena votato l’adesione al Trattato di proibizione delle armi nucleari, per il quale ICAN ha ottenuto il premio, organizzi una celebrazione ufficiale in Sala Alessi di Palazzo Marino.
Franca Maffei
Gruppo di donne Difendiamo la salute
(Per informazioni su Alfonso Navarra e Giuseppe Bruzzone e Laura Tussi contattare la redazione)
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