Morto un altro italiano
Un altro soldato italiano è morto in Iraq “nell’espletamento del proprio dovere”: difendere il buon nome dell’Italia. Il padre dell’ucciso, nell’apprendere della morte del figlio, ha detto che quella italiana non è più una missione di pace.
E’ triste dover ammettere che solo quando ci si trova coinvolti direttamente in una vicenda si riesca a considerarla nella sua vera essenza. Quella dell’Italia non è mai stata una missione di pace, perché la pace non ammette l’uso delle armi. Nemmeno l’aiuto umanitario può poggiare su un supporto armato, perché diventa costrizione. Ogni aiuto è gratuito e se non viene gradito non può essere imposto.
Non è giusto da parte di chi ci governa nascondere i propri interessi dietro belle parole, perché i fatti le smentiscono e costringono ad accatastare bugie su bugie per evitare di chiedere scusa.
Considerato come stanno andando le cose, non credo che i genitori dei nostri soldati desiderino che essi rimangano in territorio di guerra. Occorrerebbe che facessero sentire più forte la loro voce. Occorrerebbe tener presente che il loro dolore, per i figli morti e per quelli che stanno combattendo, è lo stesso di quello che provano le madri e i padri iracheni nei confronti dei loro figli. L’angoscia che occupa i loro pensieri e le loro giornate è identica a quella che provano le famiglie irachene.
Se queste famiglie riuscissero a scavalcare i filtri politici, forse troverebbero un’intesa in nome del rispetto per la vita che i governi non mostrano d’avere. Certo, è un sogno, che serve a evidenziare che dobbiamo allargare il nostro sguardo, per ricordarci che esiste sempre un altro modo di risolvere i conflitti che non richieda un sacrificio umano.
Articoli correlati
- Scomparsi i negoziati e la parola "pace"
Dolci, terribili scivolamenti del discorso pubblico sulla guerra in Ucraina
Il discorso pubblico sulla guerra in corso si va modificando in modo rapido e sostanziale ma, al contempo, poco visibile e perciò “indolore”. Questi cambiamenti così rilevanti raramente sono oggetto di discussione in quanto tali e questo può contribuire a renderli invisibili ai nostri occhi.1 maggio 2022 - Daniela Calzolaio - Un evento di Santoro e Vauro, dal vivo e in streaming
Pace proibita? Esponenti della cultura, del giornalismo e dello spettacolo protestano
Michele Santoro e Vauro Senesi riuniscono in nome della pace, lunedì prossimo (2 maggio) alle ore 21, esponenti della cultura, del giornalismo e dello spettacolo per "opporsi alla deriva verso il pensiero unico e la resa dell’intelligenza" davanti agli orrori della guerra in corso in Ucraina.28 aprile 2022 - Patrick Boylan - Sottoscrivi la proposta
L'Europa ripudia la guerra e promuove il rafforzamento e la democratizzazione delle Nazioni unite
Proposta inserita nella piattaforma della Conferenza sul futuro dell'Europa nella categoria "L'UE nel mondo".12 aprile 2022 - Nicola Vallinoto - Guerra in Ucraina: tra alternative illusorie e bisogno di complessità
Tertium non datur?
Dice Edgar Morin: «Attenzione all’isteria legata alla guerra, che ci fa vedere solo un lato della realtà, spesso più complessa. Dobbiamo fare una diagnosi corretta dell’uomo nel mondo, e nella storia attuale. Prima dell’impegno, prima dell’indignazione, dobbiamo capire».8 marzo 2022 - Daniela Calzolaio
Sociale.network