Ucraina tra legittima aspirazione all’indipendenza ed etnonazionalismo
Arriva però un furgone particolare, si ferma. Il silenzio è interrotto dal suono inconfondibile del silenzio fuori ordinanza. Le centinaia di persone presenti mettono la mano sul cuore. È l’omaggio civico e patriottico ad un soldato morto al fronte. “La meglio gioventù va sotto terra”.
Tuttavia io credo che la migliore gioventù sia quella che trova il modo di disertare questa guerra fuggendo all’estero, oppure evitando di rientrare quando viene richiamata alle armi, oppure semplicemente nascondendosi…
Nonostante ciò fuori dalla chiesa cattolica della Trasfigurazione c’è una mostra permanente dove militari e prelati vanno a braccetto da secoli per affermare che “Dio è con noi”.
Peccato che il Patriarca di Mosca Cirillo I, fervente sostenitore di Putin e della sua guerra contro l’Ucraina Occidentale affermi la stessa cosa. Per Cirillo I si tratta addirittura di una crociata contro l’Occidente corrotto che… difende le demoniache rivendicazioni dei gay.
Insomma cattolici e ortodossi ucraini benedicono il proprio esercito e la stessa cosa fanno gli ortodossi russi, la cui religione, fatto unico da secoli in Europa, è stata peraltro messa al bando da Kiev, nonostante le centinaia di migliaia di fedeli.
Dio è con noi è stato il leitmotiv della grande manifestazione in cui mi sono imbattuto per caso nella piazza centrale di Leopoli.
Non nerboruti skinheads tatuati con svastiche, ma gente assolutamente comune: giovanissimi con i capelli colorati, donne, uomini, famiglie intere con bambini piccoli. Tutti reggevano cartelli di cartone, striscioni e bandiere (queste erano il segno più inquietante) che chiedevano a gran voce, riuniti intorno ad una grande scritta formata da lumini, “la liberazione dei nostri difensori: i coraggiosi miliziani del Battaglione Azov fatti prigionieri dei russi durante la difesa e conquista di Mariupol'” !!!
Quella di Mariupol’ è stata finora una delle battaglie più sanguinose di questa guerra, combattuta casa per casa lasciando macerie, morti, mutilati e sfollati che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni distrutte.
Resto letteralmente basito mentre fotografo numerosi volti, indisturbato poiché mostro il tesserino da reporter volontario.
Nel pomeriggio la piazza antistante il Municipio si riempie di persone; mi fermo, convinto che si tratterà di una manifestazione folkloristica, un coro con i costumi tradizionali, perché questi sono indossati da molti, ma si tratta di un segno patriottico, legato alla propria identità culturale.
Arriva però un furgone particolare, si ferma. Il silenzio è interrotto dal suono inconfondibile del silenzio fuori ordinanza. Le centinaia di persone presenti mettono la mano sul cuore. È l’omaggio civico e patriottico ad un soldato morto al fronte. “La meglio gioventù va sotto terra”.
Tuttavia io credo che la migliore gioventù sia quella che trova il modo di disertare questa guerra fuggendo all’estero, oppure evitando di rientrare quando viene richiamata alle armi, oppure semplicemente nascondendosi…
Nonostante ciò fuori dalla chiesa cattolica della Trasfigurazione c’è una mostra permanente dove militari e prelati vanno a braccetto da secoli per affermare che “Dio è con noi”.
Peccato che il Patriarca di Mosca Cirillo I, fervente sostenitore di Putin e della sua guerra contro l’Ucraina Occidentale affermi la stessa cosa. Per Cirillo I si tratta addirittura di una crociata contro l’Occidente corrotto che… difende le demoniache rivendicazioni dei gay.
Insomma cattolici e ortodossi ucraini benedicono il proprio esercito e la stessa cosa fanno gli ortodossi russi, la cui religione, fatto unico da secoli in Europa, è stata peraltro messa al bando da Kiev, nonostante le centinaia di migliaia di fedeli.
Dio è con noi è stato il leitmotiv della grande manifestazione in cui mi sono imbattuto per caso nella piazza centrale di Leopoli.
Non nerboruti skinheads tatuati con svastiche, ma gente assolutamente comune: giovanissimi con i capelli colorati, donne, uomini, famiglie intere con bambini piccoli. Tutti reggevano cartelli di cartone, striscioni e bandiere (queste erano il segno più inquietante) che chiedevano a gran voce, riuniti intorno ad una grande scritta formata da lumini, “la liberazione dei nostri difensori: i coraggiosi miliziani del Battaglione Azov fatti prigionieri dei russi durante la difesa e conquista di Mariupol'” !!!
Quella di Mariupol’ è stata finora una delle battaglie più sanguinose di questa guerra, combattuta casa per casa lasciando macerie, morti, mutilati e sfollati che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni distrutte.
Resto letteralmente basito mentre fotografo numerosi volti, indisturbato poiché mostro il tesserino da reporter volontario.
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