La roccaforte ucraina di Pokrovsk è destinata a cadere ma resiste in nome della stupidità militare

Salvare gli uomini, abbandonare Pokrovsk

Mentre la battaglia infuria e i soldati ucraini vengono spinti dal loro governo a una resistenza sempre più disperata, una domanda morale si impone: su Pokrovsk possiamo rimanere in silenzio come pacifisti o dobbiamo prendere posizione per la invocare la salvezza dei soldati ucraini?
3 novembre 2025

L'accerchiamento di Pokrovsk

Pokrovsk, nella regione di Donetsk, è oggi il punto più caldo della guerra in Ucraina. La città, che è una roccaforte fortificata della difesa ucraina, è diventata un simbolo di resistenza. Ma anche un luogo di sacrificio. Da settimane le truppe russe avanzano inesorabilmente, mentre gli ucraini, logorati e spesso male equipaggiati, vengono impegnati in una difesa definita da molti analisti “ormai insostenibile”.

La pressione militare russo su Pokrovsk è ormai schiacciante: decine di scontri al giorno, bombardamenti continui, linee di rifornimento quasi interrotte. I droni russi massacrano sistematicamente chi porta rifornimenti ai soldati ucraini. Le arterie chiave che collegano Pokrovsk alla logistica sono delle "killing zone". Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha dichiarato che le forze russe nel settore di Pokrovsk superano le forze ucraine con un rapporto di circa 8 a 1.

Eppure, da Kiev arriva un solo messaggio: resistere.

Davanti a questo scenario, la domanda diventa ineludibile: dobbiamo dire qualcosa come pacifisti o aspettiamo l'epilogo?

La retorica ufficiale parla di “eroi”. Ma possiamo davvero chiamarli così, quando vengono mandati a combattere sapendo che la battaglia è ormai già persa? Tutti gli esperti militari concordano: Pokrovsk è destinata a cadere, e la sua difesa è destinata a trasformarsi in un sacrificio inutile.

Non solo: sarà un sacrificio controproducente. Alla fine di questa storia l'esercito ucraino avrà meno uomini. Fra catturati, mutilati, uccisi e feriti il bilancio sarà decisamente negativo oltre che terribilmente doloroso. E tutti coloro che ragionano potranno accorgersi quanto la stupidità militare aiuti il "nemico" ordinando la ritirata troppo tardi. 

C'è una straordinaria similitudine fra questo insensato sacrificio a Pokrovsk e gli inutili sacrifici dal generale Cadorna, ossessionato dall’onore militare durante la prima guerra mondiale. Fra Cadorna e Zelensky vi è una similitudine su cui abbiamo già detto qualcosa. E forse dovremo ritornarci.

Di fronte a questa assurda situazione a Pokrovsk, i pacifisti non dovrebbero assistere in silenzio. Bandiera ucraina
Occorre dire “salvare gli uomini, abbandonare Pokrovsk”. Occorre schierarsi. Il che non significa schierarsi con la Russia ma significa affermare il diritto alla salvezza dei soldati ucraini che hanno tentato - in questi giorni - di rompere disperatamente il silenzio, facendo giungere le informazioni su una una situazione irrecuperabile, celata dai vertici politico-militari di Kiev per ottuse ragioni di propaganda e di onore militare.

Quei soldati non vogliono morire inutilmente e noi dobbiamo essere la loro voce. Proprio perché siamo pacifisti. 

Nel linguaggio bellico, “resistere fino all’ultimo” suona nobile. Ma dietro le parole si nasconde spesso una realtà disumana: persone mandate a morire per difendere una città che non può più essere salvata. Continuare a chiamarli eroi significa legittimare il sacrificio come destino.

Tacere oggi su Pokrovsk per timore di essere fraintesi significa rinunciare a dire la verità.

Pokrovsk non è solo una battaglia: è un bivio morale.

Articoli correlati

  • Il massacro di piazza Maidan in Ucraina nel 2014
    Storia della Pace
    Le verità scomode che emergono dall'ultimo libro di Ivan Katchanovski

    Il massacro di piazza Maidan in Ucraina nel 2014

    Sulla base di ricerche estremamente dettagliate il libro conclude che ci furono gruppi armati di manifestanti del Maidan che occuparono postazioni da cui partirono i proiettili che colpirono sia i manifestanti sia i poliziotti.
    25 ottobre 2025 - Alessandro Marescotti
  • Il Belgio gela Zelensky
    Economia
    Rischioso sostenere l'Ucraina utilizzando gli asset russi congelati

    Il Belgio gela Zelensky

    La Commissione Europea, di fronte alle difficoltà di finanziare la ricostruzione e la difesa ucraina, vorrebbe usare i beni russi attualmente congelati in Belgio. Ma il premier belga Bart De Wever frena, e così anche la Banca Centrale Europea. Vediamo perché.
    25 ottobre 2025 - Alessandro Marescotti
  • Perché l'Ucraina non può arrestare i suoi disertori
    Conflitti
    Circa 1,5 milioni di cittadini sono "ricercati" dai Centri Territoriali di Reclutamento

    Perché l'Ucraina non può arrestare i suoi disertori

    Se sommiamo gli evasori amministrativi (1,5 milioni) e i casi penali (290.000), lo Stato ucraino si trova a dover gestire quasi 1,8 milioni di infrazioni in un contesto di guerra totale. Questi numeri sono gestibili?
    19 ottobre 2025 - Alessandro Marescotti
  • Come manipolano l’opinione pubblica
    MediaWatch
    Menzogne di guerra

    Come manipolano l’opinione pubblica

    E' fondamentale smontare la propaganda bellica che sta costruendo allarmi per creare un clima di paura e di scivolamento verso l'escalation militare. In allegato a questa pagina web vi sono le slide sull'allarme "droni" sull'Europa e sui presunti sconfinamenti russi.
    8 ottobre 2025 - Redazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.8.25 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)