Il massacro di piazza Maidan in Ucraina nel 2014
“The Maidan Massacre in Ukraine. The Mass Killing that Changed the World” è l'ultimo libro del politologo ucraino-canadese Ivan Katchanovski, docente all’Università di Ottawa, pubblicato nel 2024 dalla collana accademica Rethinking Political Violence (Springer–Palgrave Macmillan).
È un testo open access — quindi liberamente leggibile e scaricabile — e si propone di fare ciò che spesso la politica e i media evitano: tornare alle prove, ai documenti, alle testimonianze dirette, per capire che cosa accadde davvero a Kiev tra il 18 e il 20 febbraio 2014.
Chi è Katchanovski
È un politologo ucraino-canadese, docente all’Università di Ottawa.
Ha lavorato anche al Davis Center di Harvard e alla Library of Congress negli Stati Uniti.
Nella prefazione del libro lui stesso scrive:
“Sono un sostenitore della democrazia liberale, dei diritti umani e della pace in Ucraina… fui uno dei primi a chiedere pubblicamente l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea.”
Quindi l'autore non si presenta affatto come un “filorusso”.
Piazza Maidan: un evento che cambiò la storia
Il massacro di Maidan, con 74 manifestanti e 17 poliziotti uccisi e centinaia di feriti, fu l’episodio che determinò la caduta del governo di Viktor Yanukovych e aprì la strada a una nuova stagione politica in Ucraina.
Ma fu anche il detonatore di una lunga catena di conflitti: la guerra nel Donbass, l’annessione russa della Crimea e, infine, l’invasione su larga scala del 2022.
Per la maggior parte dell’opinione pubblica occidentale, si è trattato di una pagina chiara: un regime autoritario che reprime nel sangue una protesta popolare europeista.
Katchanovski invita invece a guardare più a fondo per verificare i fatti.
Un’indagine durata dieci anni
Il libro è il risultato di oltre dieci anni di ricerca indipendente.
L’autore ha analizzato:
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più di 2.000 video e 6.000 fotografie del massacro;
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1.000 ore di riprese processuali, con un’accurata “ricostruzione digitale” delle scene di sparatoria;
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oltre 300 testimonianze dirette, tra manifestanti, giornalisti, feriti, medici, poliziotti e civili;
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e perizie balistiche e mediche depositate nei tribunali ucraini.
Da questo lavoro emerge un quadro sorprendente: diversi colpi mortali non provenivano dalle linee della polizia Berkut (l'unità speciale di polizia antisommossa), ma da edifici sotto controllo dei manifestanti, come l’Hotel Ukraina e il Conservatorio Musicale.
Katchanovski riferisce anche le confessioni di quattordici uomini che si sono dichiarati “cecchini di Maidan”, i quali avrebbero sparato “per provocare una reazione”.
Molte di queste testimonianze, sottolinea l’autore, non furono mai incluse nelle indagini ufficiali.
Le “verità scomode”
Il cuore del libro è un interrogativo che va oltre l’Ucraina: chi controlla la narrazione della violenza politica?
E cosa accade quando una verità parziale viene elevata a mito fondativo?
Katchanovski sostiene che il massacro di Maidan potrebbe essere stato, almeno in parte, una provocazione armata o un’operazione sotto falsa bandiera, volta a delegittimare il governo e a innescare il cambio di potere.
Una tesi scomoda, certo, ma documentata con un apparato di prove, incroci e confronti degno di un’inchiesta giudiziaria.
Nel farlo, il politologo non risparmia nessuno:
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critica il regime di Yanukovych per la corruzione e l’uso della forza;
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accusa i governi post-Maidan di aver insabbiato parti delle indagini;
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e riconosce l’illegalità dell’invasione russa del 2022, nata anche, a suo avviso, dal mancato chiarimento di quelle responsabilità iniziali.
La ricerca di Katchanovski non è “filorussa”, come alcuni l’hanno etichettata, ma contro-egemonica: un tentativo di riportare la discussione su un piano di fatti verificabili, con il coraggio di affrontare anche ciò che contraddice le versioni comode.
Chi erano i Berkut
Per capire il contesto, il libro ricostruisce anche il ruolo dei Berkut, i reparti speciali di polizia antisommossa creati nel 1992.
Il nome significa “aquila reale” — simbolo di potenza e vigilanza — e richiama il loro compito di difendere l’ordine pubblico.
Durante Euromaidan furono il braccio armato della repressione, accusato di brutalità e di uso eccessivo della forza.
Chi erano i cecchini
Una delle parti più controverse del libro è quella dei cecchini.
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Presenza di tiratori nascosti nei palazzi occupati dai manifestanti
Katchanovski - sulla base di ricerche estremamente dettagliate - conclude che ci furono gruppi armati di manifestanti del Maidan che occuparono o controllarono edifici adiacenti alla piazza, e da queste postazioni — in particolare l’Hotel Ukraina, il Music Conservatory (Kyiv) e altri edifici nelle aree controllate dai manifestanti — avvennero spari che colpirono sia manifestanti sia poliziotti.Egli riporta che un numero significativo di feriti manifestanti e testimoni dissero di essere stati colpiti da postazioni sopra o dietro di loro, non da linee frontali della polizia.
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Ammissioni di “cecchini del Maidan”
Un capitolo chiave del libro si intitola proprio “Testimonies of Several Hundred Witnesses and 14 Self-Admitted Maidan Snipers” (“Testimonianze di alcune centinaia di testimoni e 14 cecchini autodefinitisi del Maidan”) — quindi l’autore segnala che 14 persone si sarebbero dichiarate responsabili di spari durante la giornata del massacro, da parte del Maidan. -
Direzione, orari e traiettorie incompatibili con la versione ufficiale
L’analisi video, foto, prove balistiche e testimonianze – secondo Katchanovski – mostrano che molte delle uccisioni non si spiegano con la posizione nota dei reparti speciali della polizia Berkut, come vuole la versione dominante, ma con spari da angoli e altezze che corrisponderebbero a edifici sotto il controllo dei manifestanti. Egli afferma che le traiettorie, la sincronizzazione fra video e testimonianze, e le confessioni “di parte” rendono credibile l’ipotesi che parte del massacro sia stato condotto da gruppi legati al Maidan. Diario Red+2ResearchGate+2 -
Ipotesi di operazione “false flag”
L’autore propone che questa dinamica — spari da edifici controllati dai manifestanti, spari verso manifestanti e verso polizia — possa essere interpretata come un’operazione volutamente provocatoria con lo scopo di far cadere il governo di Viktor Yanukovych, di delegittimare le autorità e accelerare il passaggio politico verso esiti filo-europei e anti-russi. -
Critica alla narrazione ufficiale e agli esiti giudiziari
Secondo Katchanovski, l’indagine ufficiale condotta dal governo ucraino dopo la caduta di Yanukovych ha ignorato, minimizzato o occultato le prove che indicavano spari dai palazzi controllati da Maidan. Inoltre, afferma che non vi è prova certa (nel materiale pubblico) che il presidente Yanukovych o i suoi ministri abbiano ordinato direttamente gli spari del massacro.
School of Political Studies & Conflict Studies and Human Rights Program, University of Ottawa, Ottawa, Canada
Link del libro
The Maidan Massacre in Ukraine
The Mass Killing that Changed the World
https://link.springer.com/book/10.1007/978-3-031-67121-0
Vedere anche
Il ruolo dei neofascisti durante la Maidan
Yurii Colombo
https://ilmanifesto.it/il-ruolo-dei-neofascisti-durante-la-maidan
Allegati
The Maidan Massacre in Ukraine
Ivan Katchanovski
Fonte: https://link.springer.com/book/10.1007/978-3-031-67121-010419 Kb - Formato pdfThe Mass Killing that Changed the World
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