Assisi

Ad Assisi, preti con Pax Christi, per la parresia della pace

Una “prima volta” questo incontro, ma che di certo non sarà  l'ultimo. Una “prima volta”  di preti giunti ad Assisi –  luogo simbolo per chi sogna di essere annoverato tra i “costruttori di pace”- con il Vescovo Giovanni, non per elaborare strategie pastorali ma per condividere e rafforzare la nostra dedizione al Vangelo della pace.
16 giugno 2010
Don Walter Fiocchi

assisi parata ecumenica 1986 Tre giorni ad Assisi di preti “per” Pax Christi, guidati da una meditazione di don Tonino Bello (poteva non esserci?): “Beati o benedetti, alle porte del Regno”.

Una quindicina di preti, con il vescovo di Pax Christi, mons. Giovanni Giudici, che con il suo tratto di cordialità aiuta e favorisce l'amicizia e il dialogo aperto e franco. Probabilmente era proprio questo che cercavamo e desideravamo.

Una “prima volta” questo incontro, ma che di certo non sarà l'ultimo. Una “prima volta” di preti giunti ad Assisi – luogo simbolo per chi sogna di essere annoverato tra i “costruttori di pace” - con il loro bagaglio di disagio, di amarezza, di rabbia talvolta per ciò che sta vivendo la Chiesa (tra scandali sessuali e finanziari), per la difficoltà di dialogo, per la latitanza, il silenzio, su temi e scenari (la pace, la nonviolenza, il Medio Oriente come “crocevia” di ogni possibilità di pensare un mondo diverso dove verità e giustizia possano trovare cittadinanza) che ci sembrano decisivi per il futuro dell'umanità e della Chiesa stessa, per la “condiscendenza” di cui sono spesso fatti oggetto in ambito ecclesiale come preti “che hanno il pallino del pacifismo”.

Non abbiamo elaborato strategie di movimento, non abbiamo studiato modelli propagandistici per aumentare il numero, l'interesse e la forza di Pax Christi nella Chiesa! Abbiamo solo condiviso sentimenti, amicizie, sensibilità, preghiera, riflessione profonda sulle Beatitudini, su Francesco icona viva delle stesse Beatitudini; e tutti e sempre segnati dalla sofferenza per ciò che è accaduto sulle navi per Gaza; e dalla nostra impotenza di fronte alla mistificazione dell'informazione, agli stravolgimenti della verità.

Abbiamo vissuto la parresìa, il parlare apertamente, il parlare del Vangelo – missione della Chiesa che, se presa sul serio fa prevalere l'esperienza della comunione su quella della istituzione. E la parresìa ci ha aiutato a capire, noi per primi, che nonostante tutto, nonostante le punte che possono sembrare polemiche, ci siamo, ci impegniamo, ci spendiamo perchè amiamo questa Chiesa e la vogliamo ogni giorno di più “compagna e serva della vita degli uomini” con lo stile indicato dalla Gaudium et Spes: “Le gioie e i dolori, le fatiche e le speranze..”

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