Il 19 luglio 1992 Paolo Borsellino veniva ucciso dalla mafia nella strage di via D'Amelio

Oggi parliamo di Borsellino

Salvatore Borsellino, fratello minore di Paolo Borsellino, si è dedicato attivamente alla sensibilizzazione delle coscienze e alla mobilitazione contro la mafia. «Non vogliamo che ci siano avvoltoi in via D’Amelio – ha detto –, ipocriti che portino corone e onori fasulli».
19 luglio 2023
Riccardo Orioles

Salvatore Borsellino non è un politico, non è un giornalista, non è neppure un magistrato. E’ semplicemente un ragazzo del sud che un giorno ha preso il treno e se n’è andato su a lavorare. Era un bravo ingegnere, stava bene, senza pensieri. Politica poca e niente, salvo le telefonate a Palermo, alla sorella e a Paolo, giudice nel civile.

Rita ha trovato don Ciotti e le sue battaglie, a Paolo un giorno hanno detto che c’era bisogno di lui in prima linea, all’antimafia.

Allora, fra mafia e popolo c’era la guerra. Un giudice cadeva, un altro prendeva il suo posto. Così fu per Paolo. Quel giorno suonò la chiamata anche per Salvatore Il murales dedicato ai giudici Falcone e Borsellino a Palermo

* * *

Nella nostra antimafia, Salvatore trovò la sua famiglia e la sua guerra. Fu lui, non da solo ma avanti a tutti, a chiamare giustizia per i fratelli caduti; a chiederla non ai politici ma ai ragazzi italiani. E quando, un mese fa, contro questi ragazzi i potenti mandarono caschi e bastoni, fu lui a gridare per primo, a chieder conto e ragione, a protestare in nome della sua famiglia e del suo Paese. Non tutti lo seguirono; qualcuno, dimentico del dovere, disse altre parole. Lui andò avanti.

Quanto tempo è passato? Due mesi? Più che sufficienti, in questa Italia, a dimenticare uomini e cose. Meglio le grandi analisi, le somme discussioni; il semplice coraggio di un uomo, il suo dolore, non merita il ricordo dei grandi intellettuali e nemmeno, talvolta, dei giovani aspiranti tali.

Oggi, nel giorno di Borsellino, noi ricordiamo prima i dimenticati. Gli eroi sono ben fermi nei nostri cuori, non nei monumenti ma nella lotta; non hanno bisogno d‘altro.

Ma gli altri, i soldati quotidiani, sono anch’essi una parte della nostra storia.

E noi qui li onoriamo.

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Per saperne di più sull'Agenda Rossa di Paolo Borsellino

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