Anche quest’anno è stata solo l’occasione per il teatrino della politica, per gli isterismi dei partiti. Le commemorazioni solo contorno di tanti cicisbei.
L'ultima inchiesta - in ordine i tempo - di Sigfido Ranucci
28 giugno 2006 - Giacomo Alessandroni
I soldati italiani a Nassirya ci dimostrano che non sono in missione di pace, non sono neppure in missione non di pace. Sono lì per uccidere e alcuni lo fanno allegramente...
"le guerre sono combattute dalla più bella gente che c'è, o diciamo pur soltanto dalla gente, per quanto, quanto più ci si avvicina a dove si combatte e tanto più bella è la gente che si incontra; ma sono fatte, provocate e iniziate da precise rivalità economiche e da maiali che sorgono a profittarne ..." (Addio alle armi, Ernest Hemingway)
Giorgia Meloni, durante la comunicazione alla Camera sul Consiglio europeo, ha attaccato il Manifesto di Ventotene confermando la sua avversione ai valori antifascisti e la visione nazionalista del governo che presiede.
Sulla sua pagina Facebook la Fondazione esprime forte disappunto per il clima di ostilità subito nella piazza "pro-Europa" convocata da Michele Serra. Ma la scelta di partecipare all'evento ha ricevuto molteplici critiche.
Oggi, mentre gli Stati Uniti cercano canali di comunicazione con Mosca, c'è chi in Europa reagisce con isteria mentre occorre solo gioire perché si sta allontanando lo spettro della guerra nucleare, pericolosamente sfiorata nel 2022.
"Interdizione" non è sinonimo di "interposizione". Non siamo di fronte a un'operazione di pace, ma a un intervento che, per la Russia, equivale a una dichiarazione di guerra. L'invio di truppe occidentali in Ucraina sarà considerato un atto ostile, con conseguenze militari imprevedibili.
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