Il Presidio “No discariche” si mobilita contro inceneritori, discariche e piattaforme. In occasione della manifestazione si affronterà nuovamente il problema della discarica grottagliese.
Da Grottaglie la ribellione si è spostata al comune vicino, il sostegno dei commercianti. Da molti mesi il «Presidio permanente» manifesta senza interruzioni contro l'entrata in funzione del terzo lotto della discarica.
E' dal marzo 2004 che "Vigiliamo" sensibilizza sul rischio discarica la popolazione a livello locale e regionale - raccogliendo tremila firme per la petizione ignorata dal Sindaco di Grottaglie e oltre 16.000 firme per la legge approvata dal Consiglio regionale
Il Presidio Permanente chiede di fare luce sui fatti del terzo lotto. In alcuni video l’atto d’accusa: «La Polizia si è accanita contro gente inerme». E la discarica resta presidiata dalle Forze dell’Ordine
I manifestanti bloccano i tir. La polizia sgombera. Dieci feriti, cinque fermati. Un manifestante: «Ci hanno trattati come animali mentre noi stavamo solo esercitando il nostro diritto al dissenso». Gli scontri sono avvenuti durante una manifestazione di protesta contro l'apertura di una nuova discarica. La manifestazione era stata organizzata dal comitato nato circa un anno fa contro l'ampliamento della discarica per rifiuti industriali già esistente: essa è situata sottolineano i manifestanti - in uno dei tratti più belli della macchia mediterranea»
Ci sono immagini che rimangono nel cuore, che ci colpiscono. E sono quelle parole, quegli occhi, quelle sofferenze che ci consentono di dire no e di attivare la "non accettazione della realtà". Mahmud, il bambino palestinese senza braccia, ci guarda e ci interroga fin nel profondo della coscienza
La storia della rimozione del comandante Emil Ishkulov, a capo dell’80a brigata d’assalto aviotrasportata ucraina. Avrebbe tentato di opporsi all'ordine di guidare un'incursione nella regione di Kursk, ritenendola un "suicidio". La sua opposizione ha portato alla sua destituzione.
Il caso della MV Kathrin. Secondo Amnesty International l'attracco sarebbe una violazione delle Convenzioni di Ginevra e del Trattato sul commercio di armi. Le norme internazionali non consentono trasferimenti di armi che potrebbero contribuire a crimini di guerra.
Secondo un'analisi dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo Taranto con le sue infrastrutture militari strategiche sarebbe tra i primi centri in Italia a rischio. Il numero delle vittime previste nella nostra città si attesterebbe intorno alle 7.500 unità con quasi 27.000 feriti.
Cercavano disperatamente di rimettersi l'intestino nella pancia dopo essere stati sventrati dal drone, o di riprendersi il pezzo di braccio che avevano perso nell'attacco. "Pornografia militare", l'aveva definita Daniel Hale, tecnico USA dei droni. Ed è in carcere per aver rivelato la verità.
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