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141 Stati appoggiano la seconda risoluzione sulle armi all’uranio durante il voto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato, a grande maggioranza, una risoluzione che richiede alle sue agenzie di ridefinire le proprie posizioni riguardo gli effetti ambientali e sulla salute umana delle armi all’uranio.
2 dicembre 2008
ICBUW
Tradotto da per PeaceLink

La risoluzione, che era già stata approvata dal Primo Comitato lo scorso 31 Ottobre con 128 stati a favore e quattro contrari, fa appello a tre agenzie delle Nazioni Unite - l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’ Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA), ed il Programma delle Nazioni Unite per L’Ambiente (UNEP) affinché ridefiniscano le loro posizioni riguardo le armi all’uranio. [1]
Il grande appoggio al testo sottolinea la crescente preoccupazione a livello internazionale riguardo gli effetti a lungo termine della contaminazione da uranio in zone post belliche ed aree militari.

Nei 17 anni dal primo utilizzo su larga scala di armi all’uranio durante la guerra del Golfo nel 1991, una grande quantità di pubblicazioni scientifiche ha portato alla luce procedimenti precedentemente sconosciuti attraverso i quali l’esposizione alla tossicità e radioattività dell’uranio può danneggiare la salute umana. In tutto il mondo, membri di diversi Parlamenti hanno appoggiato delle richieste di moratorie e divieti, esortando i governi e le forze militari a prendere misure precauzionali. [2] [3]
Nonostante ciò, L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’ Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) hanno reagito lentamente di fronte a tale evidenza e si spera che questa risoluzione risolva in qualche modo questa situazione. [4]

Con una mossa attesa, il testo chiede che tutte e tre le agenzie delle Nazioni Unite lavorino insieme ai paesi colpiti dall’uso delle armi all’uranio per portare a termine la loro ricerca. Finora, la maggior parte delle ricerche degli Stati membri delle Nazioni Unite si è concentrata sull’esposizione nei veterani e non nella popolazione civile che vive in zone contaminate. Inoltre, indagini recenti sugli studi svolti su veterani statunitensi hanno dimostrato che tali studi sono totalmente incapaci di fornire dati utili. [5]

Il testo, inoltre, chiede nuovamente agli Stati di presentare rapporti ed opinioni sulle armi all’uranio al Segretariato Generale delle Nazioni Unite, continuando il processo iniziato con la risoluzione dell’anno passato. Finora, 19 Stati hanno presentato rapporti al Segretariato Generale; molti di essi richiedono un’azione diretta contro le armi all’uranio e sostengono misure precauzionali. [6] La risoluzione termina ponendo la questione all’ordine del giorno della 65ma Sessione dell’Assemblea Generale, che avrà inizio nel Settembre del 2010.

Il voto del Primo Comitato ha visto cambiamenti significativi nell’orientamento di voto se paragonati alla risoluzione dell’anno precedente, con membri chiave dell’EU e della NATO come Olanda, Finlandia, Norvegia ed Islanda che hanno modificato la loro posizione verso il sostegno di richieste di azioni concrete al riguardo. [7] Questi cambiamenti si sono fatti sentire durante il voto all’Assemblea Generale. Ancora una volta il Giappone, fortemente sotto pressione da parte degli attivisti giapponesi, ha appoggiato la risoluzione.

Dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno votato contro. Insieme ad Israele. La Russia si è astenuta mentre la Cina si è rifiutata di votare.

“Mentre da un lato siamo lieti che la comunità internazionale stia finalmente iniziando ad accorgersi della serietà del problema, ICBUW continua ad essere delusa dalla risposta di alcuni governi europei al problema, soprattutto data la comunione di vedute nel Parlamento Europeo” ha affermata un portavoce della campagna internazionale. " Ad ogni modo, è chiaro ora che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’ Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica e, in misura minore, il Programma delle Nazioni Unite per L’Ambiente, devono considerare seriamente la gran quantità di dati scientifici sulla tossicità chimica e sulla radioattività dell’uranio. Inoltre, tale risoluzione sottolinea che gli Stati continuano ad utilizzare studi incompleti, sorpassati o inesatti per giustificare l’utilizzo continuato di munizioni all’uranio. Una misura preventiva è l’unico percorso d’azione scientificamente sostenibile quando si ha a che fare con queste armi disumane e indiscriminate.”

La lista degli stati che si sono, anche se più breve di quella del 2007, include ancora il Belgio, l’unico stato ad aver applicato un messa al bando nazionale sulle armi all’uranio, fatto che continua ad infastidire gli attivitisti belgi. Il sospetto è che il governo Belga tema di restare isolato a livello internazionale su questo tema. Due stati Nordici, la Danimarca e la Svezia restano impassibili, altrove in Europa Polonia, Repubblica Ceca, Portogallo e Spagna mostrano qualche esitazione, nonostante la richiesta di una moratoria o divieto da parte del 94% dei membri del Parlmento Europeo solo quest’anno. Molti degli astenuti sono Stati recentemente entrati a far parte della NATO/EU o ex repubbliche Sovietiche come il Kazakhstan.

Anche l'Australia e il Canada, che hanno entrambi forti interessi riguardo l’estrazione dell’uranio e stretti legami con la politica estera statunitense, si sono astenuti.
La risoluzione è stata proposta da Cuba e Indonesia a nome del Movimento degli Stati non Allineati.

Note per gli Editori

ICBUW

La Coalizione Internazionale per la Messa al Bando delle Armi all'Uranio (ICBUW) si batte per la messa al bando dell’uso di uranio in tutte le armi convenzionali e per il monitoraggio, l'assistenza sanitaria, il risarcimento e la bonifica ambientale delle comunità colpite. ICBUW rappresenta 104 organizzazioni non governative ( NGO) in 28 Paesi e segue le orme di campagne di successo come quelle per la messa al bando delle mine e delle munizioni a grappolo.

Armi all’uranio

L’uranio, o uranio impoverito, è usato in armi perforanti e munizioni da circa 18 Stati in tutto il mondo. Viene usato per la sua alta densità, simile all’oro, e la sua natura piroforica. I materiali piroforici si incendiano a temperature ambiente quando finemente polverizzati. Questo significa che le armi all’uranio, quando utilizzate, producono una grandissima quantità di polvere radioattiva e chimicamente tossica. Questa polvere contamina i campi di guerra ed è quasi impossibile rimuoverla. La contaminazione post-bellica da uranio è stata collegata ad un significativo aumento di casi di leucemia, linfoma, tumore al seno nelle zone dell’Iraq dove è stato utilizzato nel 1991 e 2003. Si ritiene inoltre correlato con un aumento di alcune malformazioni natali.
Per ciò, ICBUW crede che le armi all’uranio violino i principi base della Legge Umanitaria Internazionale, come la protezione della popolazione civile e dell’ambiente. Crediamo che il modo migliore per dimostrare la loro illegalità è l'attuazione di un trattato sulle armi all’uranio.

Per informazioni più dettagliate sulle armi all’uranio visitate il sito della campagna:
http://www.bandepleteduranium.org/en/a/151.html

Per maggiori informazioni contattare il coordinatore Doug Weir al numero 0044 (0) 161 273 8293 o inviare un email a info@bandepleteduranium.org

Note: [1]. Effects of arms and ammunitions containing depleted uranium, A.C.1/63/L.26.
[2]. European Parliament passes far reaching DU resolution in landslide vote
[3]. Belgium bans uranium weapons and armour
[4]. WHO DU position criticised, BBC Today Programme, Nov 2006
[5]. US Institute of Medicine study finds US veteran epidemiology study design wanting
[6]. UN Secretary General publishes report on uranium weapons
[7]. United Nations First Committee overwhelmingly backs new uranium weapons resolution

Tradotto da Alda Sacco per www.peacelink.it
Il testo e' liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte, l'autore e il traduttore.

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