L’ora della democrazia europea

Riceviamo e pubblichiamo un appello per la democrazia riguardante la vicenda della presidenza della Commissione europea promosso da Roberto Castaldi, Stefano Collignon e Simon Hix che ha tra i primi firmatari Zygmunt Bauman, Ulrich Beck, Lorenzo Bini Smaghi, Paul De Grauwe, Anthony Giddens, Jürgen Habermas, Gianfranco Pasquino, Costantinos Simitis, Mario Telò, Nadia Urbinati oltre a numerosi docenti universitari e direttori di think tanks di diversi Paesi europei.
6 giugno 2014

 

candidati alla presidenza della commissione europea

 Nel proporre un candidato come Presidente della Commissione, il trattato di Lisbona incarica il Consiglio Europeo di "tener conto delle elezioni del Parlamento Europeo" e afferma che il Presidente della Commissione deve essere “eletto dal Parlamento Europeo". Quando i governi europei aggiunsero queste parole al trattato questo fu visto da molti come una significativa rottura rispetto al passato, in quanto da quel momento in poi la scelta relativa al più potente ufficio esecutivo dell’UE sarebbe stata presa in modo più aperto e democratico.

Troviamo pretestuoso sostenere, come alcuni capi di Governo hanno fatto, che questa modifica contenuta nel Trattato non abbia alcun significato. In quanto capi di Stato e di Governo essi ritengono di avere il diritto di scegliere il Presidente della Commissione, che poi il Parlamento Europeo dovrebbe ratificare. Secondo questa interpretazione, il Parlamento potrebbe porre il veto, ma non prendere iniziative.

Il punto di vista alternativo, adottato dai principali partiti politici prima delle elezioni europee, è quello che il Consiglio debba tener conto del risultato delle elezioni. I cittadini europei hanno dunque voce in capitolo su chi guida la Commissione Europea, che sola ha il potere dell’iniziativa legislativa a livello europeo.

Il primo approccio ha contribuito alla percezione che la lontana Bruxelles prenda decisioni su cui i cittadini non hanno alcun controllo. Il secondo approccio mira a restituire la sovranità ai cittadini europei. E cerca di bilanciare lo strapotere del Consiglio con un Parlamento Europeo democraticamente eletto.

Nello spirito del nuovo trattato, le famiglie dei partiti europei hanno presentato dei candidati per la Presidenza della Commissione prima delle elezioni. I candidati si sono confrontati in una campagna rigorosa attraverso tutto il continente. Ci sono stati diversi dibattiti televisivi in diretta tra i candidati e i media hanno informato delle loro posizioni. E, cruciale, i candidati hanno discusso il tema della direzione dell’UE. In breve, questa è stata la nascita di una politica democratica nell’Unione Europea.

Riconosciamo che il sistema non è perfetto. Tuttavia, è stato un inizio incoraggiante, e col tempo questo processo ha le potenzialità di consentire ai cittadini europei di impegnarsi nella politica europea molto più di quanto siano stati in grado di fare fino ad ora.

Invitiamo pertanto i capi di Governo a non uccidere sul nascere questo nuovo processo democratico. Esortiamo i membri del Parlamento Europeo a radunarsi attorno al candidato che ha ottenuto il maggior numero di seggi. Il Partito Popolare Europeo è emerso dalle elezioni come il più grande gruppo politico del Parlamento. Il Consiglio Europeo dovrebbe quindi proporre il candidato del PPE: Jean-Claude Juncker.

Questo seguirebbe lo spirito del nuovo trattato e sarebbe anche coerente con il modo in cui il capo dell’esecutivo viene scelto nella maggior parte delle nostre costituzioni nazionali: dove, dopo le elezioni il presidente o il monarca invita per primo il candidato del partito più grande a dimostrare che lui o lei ha il sostegno di una maggioranza . Proporre una persona diversa a Juncker sarebbe un rifiuto a riconoscere le modifiche del trattato. Inoltre, comprometterebbe ulteriormente le fragili credenziali democratiche dell’UE, facendo il gioco degli euroscettici di tutto il continente.

Note: L’Appello è stato promosso da Stefan Collignon, Simon Hix e Roberto Castaldi, e ha tra i primi firmatari Zygmunt Bauman, Ulrich Beck, Lorenzo Bini Smaghi, Paul De Grauwe, Anthony Giddens, Jürgen Habermas, Gianfranco Pasquino, Costantinos Simitis, Barbara Spinelli, Mario Telò, Nadia Urbinati oltre a numerosi docenti universitari e direttori di think tanks di diversi Paesi europei. Ulteriori adesioni possono essere inviate in Italia a Roberto.Castaldi@cesue.eu
Licenza: Pubblico Dominio

Articoli correlati

  • Glossario delle istituzioni europee - L'ABC dell'Europa di Ventotene
    Europace

    Glossario delle istituzioni europee - L'ABC dell'Europa di Ventotene

    Il glossario delle istituzioni europee del dizionario illustrato "L'ABC dell'Europa di Ventotene" (Ultima Spiaggia, Genova-Ventotene, 2022, 2a edizione). Quest’opera è stata rilasciata con la Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
    27 aprile 2023
  • Proposta indecente: armi "beni essenziali" esenti da iva
    Disarmo
    Commissione UE: armi " beni essenziali"

    Proposta indecente: armi "beni essenziali" esenti da iva

    Sinistra Europea nell’Europarlamento ha lanciato una campagna per bloccare l’iniziativa: "La proposta di finanziare con le nostre tasse, attraverso l’abbattimento dell’Iva, il commercio delle armi, è una proposta semplicemente criminale", ha commentato Paolo Ferrero, vice presidente di SE
    13 novembre 2021 - Gregorio Piccin
  • Scendere in campo per Julian Assange: una nuova strategia
    Pace
    Basta difenderlo, ora attacchiamo!

    Scendere in campo per Julian Assange: una nuova strategia

    Invece di essere sempre sulla difensiva, cercando di smontare le accuse false fatte contro Julian Assange dai governi USA/UK, due gruppi di attivisti, suoi estimatori – uno a Londra e l’altro a Roma – hanno deciso di passare all'attacco.
    16 ottobre 2021 - Patrick Boylan
  • Our Voice: "Chi perseguita Julian Assange va colpito con sanzioni, purché mirate".
    Pace
    Precisazione riguardante l’ipotesi di sanzioni UE contro gli USA e l’UK

    Our Voice: "Chi perseguita Julian Assange va colpito con sanzioni, purché mirate".

    Il movimento Our Voice (www.ourvoice.it) approva la richiesta di sanzioni contro gli USA e l’UK per i loro continui abusi contro il giornalista Julian Assange: “E’ una provocazione”, dice, “utile per evidenziare i doppi standard dell’UE”. Ma aggiunge che le sanzioni richieste devono essere mirate.
    9 ottobre 2021 - Patrick Boylan
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)