Palestina

Lasciamo che sia Netanyahu a vincere

9 febbraio 2009
Gideon Levy
Tradotto da per PeaceLink
Fonte: Ha'aretz

Benjamin Netanyahu con ogni probabilita' diventera' il prossimo Primo Ministro di Israele. C'e' comunque qualcosa di incoraggiante in tutto cio'. L'elezione di Netanyau liberera' Israele dal peso dell'inganno: se Netanyahu riuscira' a stabilire un governo di destra, il velo verra' sollevato e sia gli israeliani che il resto del mondo potranno vedere la vera faccia della nazione, nazioni arabe incluse. La pantomima che e' andata avanti per anni finalmente finira'.

L'elezione di Netanyahu fara' scendere il sipario sulla grande frode – il miglior spettacolo mai visto in citta' – sulle bugie a proposito delle "negoziazioni" e sull'ingiustizia del "processo di pace". Israele ha costantemente usato questi  argomenti per provare alla nazione che si stava concentrando sulla pace e sulla fine dell'occupazione. Ma nel frattempo ha fatto di tutto per rafforzare ulteriormente  l'occupazione e per allontanare ogni opportunita' di potenziale accordo.

Per 16 anni siamo stati abbindolati dal processo di pace. Ne parliamo e riparliamo, farfugliamo e parlottiamo ed in generale ci sentiamo orgogliosi di noi stessi; ma nel frattempo le colonie si espandono incessantemente e Israele sfrutta ogni possibilita' per fare uso della forza, inoltre il ritiro unilaterale non ha portato alcun beneficio al processo di pace.

Con l'elezione di un candidato a Primo Ministro che parla di "pace economica",  finalmente emergera' la realta' nuda e cruda. Comunque, anche se dovessero essere  eletti Tzipi Livni o Ehud Barak la delusione non potra' che continuare. La stessa Livni si riempie la bocca con futili, inutili e codarde negoziazioni, mentre Barak ha da tempo abbandonato gli sforzi coraggiosi del passato. L'elezione di uno dei due si limitera' a perpetrare il vacuum. Il mondo, Washington inclusa, tirera' un sospiro di sollievo perche' Israele avra' eletto qualcuno per perseguire la pace. Ma non c'e' nessuna reale possibilita' che cio' accada.

Le dichiarazioni di ognuno di questi candidati e le posizioni che hanno preso fino ad ora provano che la situazione attuale non cambiera'. Livni e Barak coglieranno al volo ogni occasione per essere immortalati al fianco del Presidente palestinese Mahmoud Abbas, con Hosni Mubarak di Egitto e con il re Abdullah di Giordania. Gli americani e gli europei ne saranno compiaciuti, ma non significhera' altro che gettare un seme per inutili illusioni. Ci sposteremo di guerra in guerra, di rivolta in rivolta, di colonia in colonia ed il mondo continuera' a rimanere deluso dal mancato raggiungimento di un accordo. Hamas continuera' ad accrescere il suo potere, mentre Abbas diventera' sempre piu' debole e l'ultima chance per la pace sara'  irrimediabilmente perduta.

Netanyahu offre qualcosa di nuovo. Innanzi tutto e' fedele rappresentante di una visione "israeliana": quasi completa sfiducia negli arabi e nella possibilita' di raggiungere una pace con loro, unite al compatimento e alla disumanizzazione. In secondo luogo, sollevera' la rabbia del mondo verso di noi, inclusa quella dell'amministrazione americana. Questa e' purtroppo l'unica occasione che abbiamo per ottenere il drastico cambiamento di cui necessitiamo.

L'autorita' palestinese, altra facciata mendace, collassera' e Israele dovra' affrontare il non-partner che ha voluto e cercato in tutti questi giorni. Il mondo non correra' ad abbracciare Netanyahu come farebbe con i "moderati" Livni e Barak, che hanno guidato Israele verso guerre piu' inutili rispetto a Netanyahu l' estremista. In realta' la differenza tra loro e' quasi inesistente.  

Sollevare il velo portera' ad una situazione critica, che e' sfortunatamente  l'unica capace di portare ad un cambiamento. Dobbiamo sperare che sia Kadima che I laburisti non si uniscano al governo di Netanyahu ( spiacevolmente, un'altra futile speranza), perche' cosi' l'esposizione di Israele sara' molto piu' incisiva. Un governo composto da Netanyahu, Shas e Avigdor Lieberman non dovra' certamente confrontarsi con l'opposizione di Netanyahu, Shas e Avigdor Lieberman, quindi potrebbe comportarsi in modo diverso da quanto ci si aspetti una volta salito al potere. Vogliamo parlare di Menachem Begin?

Anche se Netanyahu rimanesse il vecchio Netanyahu, avremmo comunque la possibilita' di analizzare al microscopio le politiche della destra. Restiamo a guardarlo mentre cerca di spiegare a Barak Obama la sua idea grottesca di "pace economica", o mentre dichiara le sue posizioni in merito a politica estera e sicurezza. Rimaniamo ad ascoltarlo quando dira' la sua visione della realta' tra 20 o 30 anni.

A tempo debito, il suo fallimento anticipato affrettera' la ricerca di una via alternativa, a patto che  Kadima e Labor non si uniscano al Governo e ci regalino un altro anno di frode. Con i limoni si puo'ancora fare la limonata, forse l'ascesa al potere di un governo di destra rimuovera' tutte le maschere. L'alternativa, conosciuta e attesa da tutti, e' molto piu' ambigua, pericolosa e minacciosa.

Quindi, lasciamo che sia Netanyahu a vincere. A questo punto non ci sono alternative.

Note: Traduzione di Sofia Filocalossi per Go'el Apg23
Articolo originale: http://www.haaretz.com/hasen/spages/1061736.html

Gideon Levy è uno dei più conosciuti e coraggiosi giornalisti israeliani. Corrispondente del quotidiano Ha'aretz, è vincitore di numerosi premi per i diritti umani.

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