Trovano finalmente eco le denuncie delle associazioni ambientaliste?

La forte e gentile si muoverà?

Il Corpo Forestale dello Stato denuncia: da metà 2009 l’Abruzzo rischia l’emergenza rifiuti come Napoli e la Campania. Ma le soluzioni restano le stesse fallimentari da sempre
6 agosto 2008

Raccolta indifferenziata: un anno dopo

In questi giorni ampia eco hanno avuto sui giornali, locali ma non solo, le dichiarazioni[1] di Guido Conti, comandante del Corpo Forestale dello Stato a Pescara. Conti ha denunciato che l’Abruzzo è vicino alla saturazione dei rifiuti, con il picco che sarà raggiunto intorno alla metà dell’anno prossimo. Subito dopo si raggiungerà una fase di emergenza critica, paragonabile a quella campana.

Il Corpo Forestale dello Stato chiede quindi immediati interventi e propone alcune soluzioni.

Sicuramente è positivo che un’istituzione come il Corpo Forestale sia intervenuto. Così come non si può che condividere la richiesta di trovare soluzioni al più presto. Ancora più piacere fa sapere che i giornali abruzzesi non sono impegnati solo nel riportare il karaoke delle dichiarazioni della sfilata di politici, avvocati, medici, familiari, giornalisti e diosolosacosaltro che visitano Del Turco in carcere.

Ma nel tutto restano un misto di rabbia e amarezza, indignazione e frustrazione. Perché, al contrario di quel che ci vogliono far credere, non è caduto nulla dal cielo. La situazione si sta incancrenendo da mesi, in alcuni casi anni. Le denunce di Legambiente, WWF e diversi comitati civici(a partire dall’Occhio del Riciclone di Lanciano e dal Comitato Emergenza Ambiente Abruzzo). I vertici regionali, nel dicembre scorso, avevano fatto ben sperare approvando un piano regionale rifiuti all’avanguardia e condiviso dai più. Ma sono bastati pochi giorni perché Del Turco smentisse quel che era stato appena approvato, affermando di voler far costruire tre inceneritori(nonostante non siano previsti nel piano stesso). Il comunicato stampa del WWF[2] del 6 maggio riporta Se vuole evitare il rischio Campania, il Presidente Del Turco investa tutta la sua autorevolezza e le sue capacità per portare la raccolta differenziata in Abruzzo ai livelli stabiliti da una legge che in Abruzzo viene disattesa dal 2003. Invece di parlare di costruire inceneritori – per la cui realizzazione sarebbero necessari anni – faccia in modo che l’Abruzzo si doti di seri impianti di compostaggio (molto più semplici da autorizzare e realizzare) cui destinare la parte umida, consentendo così di ridurre i rifiuti del 40% senza inquinare ulteriormente l’aria che respiriamo.
Tutte richieste ribadite anche dal Comitato Emergenza Ambiente Abruzzo, in occasione della manifestazione del marzo scorso[3]. Tra le richieste delle oltre 70 associazioni coinvolte leggiamo infatti una gestione del ciclo dei rifiuti che punti alla riduzione della produzione di rifiuti ed all’effettivo riciclo di materia, passando per una raccolta differenziata spinta;

Toni simili anche dall’altra grande associazione ambientalista abruzzese, Legambiente. Questi alcuni stralci del comunicato stampa diffuso l’8 maggio scorso[4].
Consideriamo prioritarie le azioni di riduzione dei rifiuti, portando la raccolta differenziata agli obiettivi del 60% nel 2011 con l’individuazione di sanzioni in caso di inadempienza da parte dei Comuni e dei consorzi.
Il piano dei rifiuti promuove i sistemi di raccolta domiciliare, indispensabili per conseguire elevate percentuali di raccolta differenziata e qualità dei rifiuti conferiti, al contrario dei sistemi stradali; prevede il recupero di energia dai rifiuti e da residui non altrimenti recuperabili; minimizza il ricorso allo smaltimento in discarica, che deve rappresentare l’ultima delle tecnologie adottate. […]La valorizzazione energetica prevista dal piano, è condizionata al raggiungimento del 40% di raccolta differenziata; scelta questa necessaria a vincolare i Comuni e gli ATO agli obiettivi del piano. Conclude il Presidente di Legambiente Abruzzo Angelo Di Matteo: "L’unico suggerimento che vogliamo dare al Presidente del Turco per evitare di arrivare ad una crisi come quella di Napoli, è quello di ATTUARE IL PIANO. Con l’augurio che non resti, per gli abruzzesi, l’ennesimo insieme di buone intenzioni disattese, ma che attui concretamente quella rivoluzione necessaria nella gestione dei rifiuti di una Regione civile"

Emerge quindi chiaramente il rischio di una deriva campana, davanti all’immobilismo e alla scelleratezza di chi ci governa. Sono parole di tre mesi fa, ma in realtà la situazione era già molto chiara prima, molto prima. Così come le soluzioni, in realtà già codificate nel piano rifiuti approvato, dopo due anni di lavoro, nel dicembre scorso. Raccolta differenziata(attualmente ferma intorno al 18% di media con pochi punti di eccellenza e molti comuni che non sfiorano neanche il 10%), riciclaggio e valorizzazione energetica, raccolta della frazione organica. Potremmo aggiungere strumenti come il trattamento meccanico. Perché al contrario di quel che vogliono farci credere, sia in Campania(per rendere realmente funzionali le discariche e gli inceneritori promessi la Campania dovrebbe importare da fuori regione tonnellate di rifiuti al giorno!) che in Abruzzo, la sola raccolta differenziata può smaltire almeno tra l’80% e il 90% dei rifiuti prodotti. Un discreto riciclaggio dei materiali come plastica, carta e vetro e la raccolta della frazione organica(che in alcuni casi da sola permette il raggiungimento del 60% nella raccolta differenziata) e di discariche e inceneritori diventano totalmente inutili.

Desta quindi stupore e smarrimento leggere le dichiarazioni di Franco Gerardini(direzione Ambiente della Regione Abruzzo) che afferma La soluzione e' rappresentata dalla realizzazione di nuovi impianti e di un inceneritore disattendendo ancora una volta il buonsenso e il piano regionale.

Siamo quindi ancora una volta davanti al pressapochismo e all’inadeguatezza di fronte a situazioni sintomatiche di un quadro generale in rapido deterioramento, come già denunciato anche da PeaceLink nelle scorse settimane.[5]

Sono facilmente intuibili le domande davanti a tutto ciò:
Perché si è aspettato così tanto per rendersi conto della situazione?
Senza la denuncia del Corpo Forestale dello Stato sarebbe rimasto il silenzio?
Perché ostinarsi su soluzioni che non sono tali?
Perché si vuol continuamente disattendere il piano della raccolta differenziata del 2003 e il piano regionale rifiuti del dicembre scorso?

Speriamo solo che le risposte non arrivino l’anno prossimo tra le strade …

Note: [1] http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=8790&sez=HOME_INITALIA&npl=&desc_sez=

[2] http://lagramigna.blogspot.com/2008/05/tre-inceneritori-in-abruzzo-chi-offre.html

[3] http://lagramigna.blogspot.com/2008/03/per-lambiente-abruzzese.html

[4] http://www.legambienteabruzzo.it/news/?p=33#more-33

[5] http://www.peacelink.it/sociale/a/26884.html

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