Chi vuole dividere la cittadinanza con strepiti e notizie tendenziose persegue fini egoistici e danneggia il territorio
indebolire la mobilitazione civile, sono di persone rinchiuse nella loro torre
d'avorio, che hanno perso ogni contatto con la cittadinanza e il territorio, non
interessati minimamente a tutelarlo e difenderlo. Prosegue con forza la raccolta firme online su http://firmiamo.it/controcavapuntapenna
Grandissima partecipazione in queste settimane sta avendo la mobilitazione contro
il progetto di cave sottomarine localizzate di fronte alla Riserva di Punta Aderci e alla
Riserva di Acquabella ad Ortona. Una mobilitazione, testimoniata anche dalle migliaia di
firme alla petizione, la cui raccolta sta proseguendo in questi giorni, che ha unito
associazioni, moltissimi cittadini e partiti politici di ogni schieramento, sia di destra
che di sinistra. Il presidio in piazza Diomede del 24 gennaio è stata l'occasione per far
ritrovare ed incontrare innumerevoli persone, dalle idee e pensieri spesso divergenti ma
accomunate dall'amore per il proprio territorio e dall'impegno a difenderlo.
Le voci, su alcuni fogli locali, di chi grida agli pseudo-ambientalisti e punta a
dividere questa importantissima realtà, sono di persone rinchiuse nella loro torre
d'avorio, che hanno perso ogni contatto con la cittadinanza e il territorio, non
interessati minimamente a tutelarlo e difenderlo. La loro storia insegna.
Per quanto riguarda la nostra associazione, il WWF è da sempre in prima fila nella
tutela della Riserva di Punta Aderci, per la cui nascita si è strenuamente impegnato e
battuto, e in generale per l'implementazione del Sistema di aree protette della Costa
Teatina, che comprende le nuove Riserve di Acquabella e Ripari di Giobbe ad Ortona,
entrambe interessate da una delle due cave previste dal progetto. Noi pensiamo che
l'estrazione di sabbia per ripascimento da cave cosi prossime ad aree protette possa
compromettere in modo irreversibile i delicati equilibri di questi ecosistemi, andando a
causare un danno non solo ambientale ma anche turistico ed economico alle zone
interessate.
La raccolta di firme proseguirà, nonostante le confuse ed imprecise notizie diffuse
oggi, e terminerà solo al definitivo abbandono della Regione Abruzzo del progetto di
ripascimento.
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