Sempre più inquietanti le ombre di Gomorra in Abruzzo
Il terremoto del 6 Aprile 2009 è stato considerato da molti un lauto banchetto a cui sedersi. Un banchetto infinito, i cui rischi avevamo già denunciato nelle settimane successive al sisma. Il 25 maggio scrivevamo in un editoriale su PeaceLink che "Mafie e potentati economici" stavano "mettendo le mani sulla ricostruzione"*. Così è stato. Col passare dei mesi aumentano le inchieste e gli arresti, mentre L'Aquila rimane una città ferita, senza alcuna prospettiva di rinascita all'orizzonte.
I fatti odierni costringano ad una seria riflessione sulla gestione del terremoto. Cessi il sistema autoritario, cedevole davanti alla corruzione e alle mafie. Si restituisca L'Aquila e il suo futuro agli aquilani, a chi sogna e costruisce il futuro e non a "squallide consorterie" criminali.
Inquieta ancor di più che la vicenda coinvolga l'Assessorato Regionale all'Ambiente che, tra le tante tematiche, si occupa anche di gestione dei rifiuti. La cronaca degli ultimi giorni denuncia ancora una volta come quello dei rifiuti sia in Abruzzo un business appetito da molti, dove organizzazioni criminali e politici conniventi (quando non criminali essi stessi) si stanno spartendo immensi finanziamenti. Il futuro dell'Abruzzo non può essere questo, tra discariche illegali e inceneritori (che un grande sponsor avevano nell'ormai ex assessore Stati). Si punti sul riciclo dei rifiuti, non sul riciclaggio del denaro...
* l'editoriale è raggiungibile al link http://www.peacelink.it/abruzzo/a/29544.html
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