Inondiamo l'AATO! Per una gestione pubblica dell'acqua

Si parla, sempre più convintamente, di crisi globale. Noi, da queste parti, siamo in crisi permanente e generale. Non abbiamo neanche un barlume di impresa per il lavoro, né pubblica, né tanto meno privata.
11 gennaio 2009
Gennaro Cosentino | Su la testa Lauria

invaso del pertusillo Circa un mese di occupazione del Palazzo Municipale. Una lotta che ancora non si ferma. Rotonda è un paese che sta difendendo l’uso delle sorgenti di acqua dalle speculazioni degli avvoltoi. I nostri sono paesi ricchissimi di acqua, eppure non ne possiamo usufruire liberamente. Questo è il paradosso. Come è assurdo che un bene inalienabile come l’acqua sia oggetto di compravendite. Il governo attuale ha, inoltre, emesso la Legge 133 - Tremonti (6/8/2008) che riforma la gestione dei servizi pubblici locali: entro il 2010 tutto nelle mani delle multinazionali!

Si parla, sempre più convintamente, di crisi globale. Noi, da queste parti, siamo in crisi permanente e generale. Soprattutto in questo distretto regionale, non abbiamo neanche un barlume di impresa per il lavoro, né pubblica, né tanto meno privata. Chi resta, quindi, è giusto che non sia molto propenso a vedersi aumentare anche le tasse per una gestione di cui non vede frutti positivi. E, in effetti, logica vorrebbe che se non ci sono servizi adeguati ad un determinato costo, tutto si possa fare nel senso di un miglioramento del servizio, fuorché aumentare i suoi costi!

Perché, allora, nel piano tariffario presentato dall’AATO (Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale) a partire dal 2008 è pianificato un aumento delle spese? Perché la cosiddetta razionalizzazione coincide con l’aumento delle tariffe, il quale è graduale, ma che nel giro di cinque anni si farà comunque sentire in maniera generalizzata, per tutte le fasce? “Non c’è peggior pubblico di quello che gestisce come se fosse privato”. Nella gestione della nostra risorsa idrica, finora, ci sono due soggetti che si occupano delle varie attività: l’uno come autorità territoriale, l’altro come effettivo gestore di appalti, nuovi lavori, tubature, erogazioni, etc. Ciò che fa uno è strettamente collegato a quello che fa l’altro. Anche perché su 55 Sindaci dell’AATO sono solo pochi quelli che si impegnano per cambiare le cose, per cambiare rotta ad un processo di ulteriore impoverimento. E tra questi potrà mai esserci il Sindaco di Lauria? Certo che no.

Per mettersi dalla parte dei cittadini, non bastano al nostro Sindaco i problemi avuti in diverse zone di Lauria, a cominciare dall’interruzione idrica di tutte le fontane pubbliche avuta qualche mese fa; per arrivare all’interruzione idrica per le zone della Seta e della Castagnara, che ha compromesso quelle seppur limitate coltivazioni presenti...tanto forte è la copertura ideologica della lotta tra poveri e tra piccoli interessi privati, appunto, di chi vorrebbe sfruttare l’acqua pubblica sia per irrigare l’orto e sia per usi domestici, per i quali invece tutti gli altri pagano una regolare bolletta. Una lotta tra singoli che come somma ottiene comunque la svendita di un bene comune, e che quasi la vorrebbe giustificare. Ma a chi giova? Ad Acquedotto Lucano s.p.a. (società per azioni!!! E cioè quotazione in borsa nel circuito della finanza che fa rima con speculazione), il pubblico gestisce con il privato, e questo discorso di certo non gli impedisce di spendere di più, soprattutto in alti stipendi dati ai propri dirigenti. Ma queste forse sono solo voci.

Intanto però, perché AATO decreta l’aumento delle tariffe? Perché neanche il TAR di Basilicata, in opposizione a quanto emesso dal TAR di Sardegna e sancito dal Consiglio di Stato (nella sentenza n° 4301 depositata il 9 settembre 2008) su una vicenda del tutto simile, non accoglie il ricorso di chi, come il sindaco di Rotonda, Giovanni Pandolfi, non ci sta a pagare di più per usare un bene di cui il proprio paese è davvero strabordante? Perché si apre la strada anche ad una giurisprudenza contraria ai tentativi di difesa dei beni comuni?

E’ eclatante il caso dell’oro nero, per cui nella nostra Regione si ricevono le royalty più basse che in tutto il mondo. Cominciano a venir fuori, però, le illegalità commesse con la complicità di consiglieri, imprenditori e deputati, e con esse le prime condanne. Per l’acqua, l’oro bianco, bottino delle nuove guerre a venire, vogliamo che la Basilicata faccia lo stesso che per il petrolio? Facciamo come a Parigi e come in America Latina in cui l’acqua è dichiarata non mercificabile, stesso principio dichiarato nell’art.43 della Costituzione della Repubblica Italiana. Questo è giusto e razionale: ribellarsi. E’ il pubblico che deve prendersi le proprie responsabilità così come tutti i cittadini. A gennaio l’AATO eleggerà il nuovo presidente: inondiamolo!

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