Riprendiamoci il futuro!
In un mondo di ingiustizie di diverso tipo, i popoli e le persone rispondono con diverse lotte. La divisione di queste lotte, però, fa comodo a chi continua a guadagnare con sfruttamento, colonizzazione, estrattivismo e disuguaglianza. Però è sempre più chiaro che alla base di tutto ciò che affligge la maggioranza della popolazione e avvantaggia delle minoranze potenti ci sono le stesse radici: discriminazione e ingiustizie sociali.
Per questo motivo, torniamo in piazza contro gli interessi che ostacolano giustizia climatica e sociale inasprendo o generando instabilità e un conflitto mondiale a pezzi.
Quest’anno Fridays for Future scenderà in piazza insieme ai movimenti palestinesi per chiedere anche un cessate il fuoco immediato e permanente in Palestina.
Gli interessi delle lobby fossili continuano a finanziare gli Stati responsabili di guerre, colonialismo e genocidi, come per esempio accade nel caso del Piano Mattei di ENI voluto dal governo Meloni. La stessa ENI a fine Ottobre 2023 ha firmato un accordo con chi colonizza la Palestina, per esplorare giacimenti di gas nelle acque di Gaza, rendendosi a pieno titolo complice del genocidio del popolo palestinese.
Abbiamo bisogno di riprenderci il futuro. Di agire per il benessere collettivo, fermando i progetti fossili confermati con il Piano Mattei come il raddoppio del gasdotto Tap, realizzando qui come altrove una transizione ecologica ed energetica.
Serve una spinta decisa verso l’uscita dal fossile: se vogliamo davvero rimanere i +1.5°C dobbiamo seguire le indicazioni che la scienza ci ha dato già da tempo. L’ultimo rapporto dell’IPCC è chiaro: la transizione deve essere accelerata accompagnandola con misure di riduzione delle disuguaglianze.
Vogliamo mostrare che un’alternativa è non solo possibile, ma desiderabile. Abbiamo bisogno di un intervento pubblico, che operi ora e massicciamente per assicurare una transizione equa partendo dai bisogni di base, che coinvolga anche il mondo del lavoro, in modo da creare nuovi posti in tutti i settori necessari e adottare politiche di inclusione economica e sociale. Nessuno/a deve essere lasciato indietro.
A Taranto, nello specifico, scenderemo in piazza per ribadire che la transizione giusta passa dalla chiusura di tutte quelle fonti inquinanti come Ilva, Eni, discariche ecc, e che non possono continuare ad attaccare un territorio già martoriato rifilandoci altre grandi opere impattanti come il più grande dissalatore d’Italia sul Fiume Tara o il parco fotovoltaico flottante in Mar Piccolo. Desideriamo un futuro differente per questa città basato su quelle che sono le sue vere potenzialità e risorse naturali.
Sarà occasione per ribadire che siamo contro la militarizzazione del territorio rappresentata dalla Marina Militare e dalle altre forze armate. Vogliamo un futuro di pace e la pace passa per il disarmo.
Partenza ore 09.00 da Via di Palma (Arsenale). Vi aspettiamo in tantə!
Peacelink aderisce e sostiene il corteo.
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