Le armi,le industrie e le banche La possibile conversione
Gruppi di potere trasversali impediscono di dare attuazione ad una legge vigente (la 185 del 1990) sul controllo della produzione e commercio delle armi da guerra.
Le esportazioni di armi italiane sono dirette anche verso paesi in guerra
o responsabili di violazioni dei diritti umani.
Difesa della Nazione o degli interessi di pochi?
• Non si può parlare di pace senza affrontare la riconversione industriale delle fabbriche di armi e la smilitarizzazione del territorio con la chiusura delle basi non distruggendo posti di lavoro e puntando al recupero per la pubblica utilità.
• Occorrono scelte politiche di spesa coerenti a livello regionale, nazionale ed europeo, senza eludere la questione dell’uso della forza e la resistenza
all’ingiustizia.
• Vogliamo avviare un percorso di confronto e dialogo su argomenti che non
possono essere piegati a scopi elettorali perché sono alla radice della nostra
convivenza civile e si appellano alla coscienza di ognuno, oltre ogni ideologia.
Renato Sacco referente nazionale di Pax Christi per la campagna di
pressione sulle "banche armate"
Gianni Alioti, responsabile internazionale metalmeccanici CISL,
testimone del ruolo che il sindacato deve svolgere in materia di pace e disarmo
Eugenio Melandri, direttore di Solidarietà Internazionale, tra gli artefici
della legge 185 del 1990 sul commercio delle armi
Maurizio Simoncelli, storico, docente di geopolitica dei conflitti,
membro direttivo di Archivio Disarmo
Dibattito e Laboratorio Associazione Teresio Olivelli
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