
CONTRO LA GUERRA, IL RIARMO, L'ECONOMIA FOSSILE
MANIFESTAZIONE REGIONALE
CONTRO LA GUERRA E IL PIANO DI RIARMO EUROPEO DECISO DALLA NATO, CONTRO L’USO DELLE BASI MILITARI PUGLIESI, CONTRO UN MODELLO DI SVILUPPO BASATO SULL’ECONOMIA FOSSILE
PER LA PALESTINA, LA PACE, LA GIUSTIZIA CLIMATICA E SOCIALE
Continuiamo a pensare che l’uso della forza militare non garantisca la sicurezza e a chiedere che vengano intensificati gli sforzi diplomatici per una soluzione che innanzitutto dia sollievo al popolo palestinese martoriato da decenni di soprusi e di violenze determinati da una occupazione che recentemente anche la Corte Internazionale di Giustizia ha definito illegale.
Ci attiviamo perché l’Europa pratichi politiche di pace e per questo ci opponiamo all’oltraggiosa scelta del riarmo europeo. Secondo la Presidente della Commissione Europea Von Der Leyen “è giunto il momento di assumerci la responsabilità della nostra sicurezza passando ad una modalità di "economia di guerra”.
Noi rifiutiamo questa miserabile prospettiva: la guerra è sempre evitabile, la pace è una politica.
Il movimento delle donne ha dimostrato che si possono aprire conflitti senza cancellare l’altro/a. La guerra è l’espressione più alta del patriarcato. Promuovere Il dialogo e non la violenza, sono gli unici veri antidoti alla politica delle frontiere, alla morte, alla distruzione.
La guerra è lo strumento privilegiato attraverso il quale il capitalismo si accaparra delle fonti energetiche - fossili e nucleari - indispensabili alla crescita dei profitti e alla competizione tra i mercati mondiali al prezzo della perdita di vite umane e della devastazione ambientale dei territori.
Il costante aumento delle spese militari è uno degli indicatori di questo processo.
Infatti, la Commissione Europea ha deciso di investire 800 miliardi di euro nel riarmo del nostro continente, e i paesi aderenti alla NATO hanno deciso di innalzare al 5% del PIL la quota di spese militari nel bilancio nazionale.
Un fiume di denaro sta per essere sottratto ai bisogni sociali quali sanità, istruzione, trasporti, transizione ecologica, lotta alla violenza di genere, politiche attive del lavoro, per essere dirottato alle multinazionali delle armi e dell'energia, mentre il sistema di welfare viene ridotto all'osso, l'impoverimento e il disagio sociale crescono sempre più.
La Puglia è investita da questi devastanti processi.
A Brindisi gli insediamenti militari continuano a condizionare pesantemente lo sviluppo del porto civile, il progetto nazionale "Basi Blu" prevede ingenti finanziamenti per adeguare le strutture agli standard NATO, riservando 500 metri di banchina all’attracco della nuova portaerei “Trieste”.
Brindisi è anche la città dove la chiusura della centrale a carbone di Cerano viene rinviata “a causa della guerra in Ucraina”, come affermato dal ministro dell’ambiente Pichetto Fratin.
Con il raddoppio del TAP, Brindisi è destinata a diventare uno snodo strategico per tutti i gasdotti che approdano sulle nostre coste. Tra questi c’è anche il progetto Poseidon, che dovrebbe trasportare gas estratto dai giacimenti nel mare di Gaza, risorse sottratte al popolo palestinese da Israele. Uno dei tanti esempi di intreccio devastante e mortale tra guerra e fonti energetiche.
In Puglia, anziché riconvertire gli impianti dell’ILVA, si sceglie di continuare a produrre a carbone fino al 2039 e di posizionare una nave rigassificatrice nel porto di Taranto.
Come dichiarato dal ministro Urso, il futuro della regione si lega a doppio filo all’industria bellica: “A Brindisi ci impegneremo come stiamo facendo a Taranto dove con l’acciaio che produrremo, costruiremo il ponte sullo stretto, le nuove navi militari, la nave rigassificatrice”.
Il porto di Brindisi è solo una delle tante basi che rendono la Puglia un avamposto strategico della NATO nel Mediterraneo: un ruolo che tradisce la vocazione, la storia gli interessi della nostra terra, che deve tornare ad essere luogo di cooperazione e accoglienza, non di militarizzazione e respingimenti.
CHIEDIAMO al Presidente della Regione, al Consiglio Regionale e ai Sindaci pugliesi di opporsi apertamente all’uso delle basi militari in operazioni belliche e di cessare ogni collaborazione con Israele.
INVITIAMO tutte le forze politiche, sindacali, democratiche, le realtà sociali, culturali e religiose a mobilitarsi:
- per una vera transizione ecologica e la riconversione dell’economia
- per un nuovo modello di relazioni tra i paesi e i popoli
- per la risoluzione pacifica dei conflitti attraverso il rispetto del diritto internazionale e la diplomazia
- per sostenere e organizzare campagne di boicottaggio dei prodotti e servizi delle imprese israeliane
- per l'avvio di un reale processo di disarmo mondiale
- per rafforzare un movimento di opposizione al governo del mondo fondato su guerra, saccheggio delle risorse naturali, distruzione dei territori e disuguaglianze socio-economiche sempre più intollerabili.
29 giugno 2025
Promotori:
Assemblea di Melendugno contro il raddoppio di TAP e le regalie alle Amministrazioni - Campagna nazionale “PER il Clima, FUORI dal fossile” - Comitato contro il genocidio del Popolo Palestinese, contro il riarmo, per la pace di Brindisi - Rete dei Comitati per la Pace di Puglia
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