Conflitti

Ammettiamo l'errore e torniamo a casa

25 aprile 2004
Massimo Fini
Fonte: Il Gazzettino - 20 aprile 2004

L'odio per gli americani in particolare e per l'Occidente in generale è montato, divenendo diffuso, capillare fra le popolazioni musulmane tanto da raggiungere anche l'ultimo poliziotto giordano che lavora alle dipendenze dell'Onu.

È stata troppo pretestuosa e proterva l'aggressione all'Iraq. E se è stata sentita come tale da buona parte delle popolazioni occidentali, che non la volevano e hanno cercato di farlo capire in tutti i modi ai loro leader, si può facilmente immaginare che impatto abbia avuto sulle genti arabe e musulmane. E all'esasperazione del mondo arabo-musulmano ha contribuito molto anche la motivazione ultima che l'Occidente ha dato alla sua azione: portare la democrazia in quel mondo, il che dà per implicita una nostra superiorità culturale e morale. Non è certo un caso che fra le rivendicazioni delle "brigate verdi di Maometto" ci sia anche la richiesta di scuse ai musulmani da parte del nostro presidente del Consiglio, l'onorevole Berlusconi, che agli albori di tutta questa vicenda affermò la superiorità della nostra cultura - proprio mentre tutti, ma proprio tutti, persino Bush, si affannavano a smentire che quella che stavamo avviando fosse una "guerra di civiltà" - mettendoci così, del tutto gratuitamente, nel mirino del terrorismo.

Non so se, arrivati a questo punto, la situazione sia più reversibile. Quel che è certo è che se andiamo avanti a occupare l'Iraq (con o senza il cappello dell'Onu, che nella sostanza non cambia niente), contro la volontà della maggioranza della sua popolazione, prima o poi salteranno anche i tappi dei Paesi i cui governi ci sono ufficialmente amici, Egitto, Giordania, Arabia Saudita, perché Mubarak e gli altri non riusciranno più a tenere sotto controllo la rabbia della loro gente.

La sola cosa ragionevole è ritirarsi. Ammettere i propri errori è da forti, non da deboli. La Spagna, con Zapatero, lo ha già fatto. L'Italia, finché è in ballo la vicenda degli ostaggi, non può farlo. Ma dopo bisognerà pensarci seriamente. E prima o poi chi ci ha fatto entrare in questa guerra sciagurata, illegittima sul piano dei principi, sbagliatissima su quello politico, solo per accodarsi all'"amico Bush" e soddisfare il proprio narcisismo, isolandoci in Europa e facendo dell'Italia il bersaglio privilegiato del terrorismo, mettendosi sotto i piedi cinquant'anni di intelligente politica di prudente appeasement col mondo arabo-musulmano, dovrà pagarne le conseguenze. Come Aznar.

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