Beirut stamani dopo il bombardamento israeliano del campo profughi
Beirut stamani. Sono uscita ed ho fatto una lunga passeggiata anche sul lungomare. La città, ancora un po' dormiente, nelle sue penombre del mattino. Mi siedo sul tetto dell'albergo e leggo un libro di Kanafani "All that's left to you" (Tutto ciò che ti rimane) ed ascolto con attenzione il cielo per catturare sorvoli di cacciabombardieri lontani. Qualche ora sul tetto immersa nella lettura ed il quartiere dove alloggio è cambiato.
Il concierge mi dice: "Tia, stanno arrivando i profughi dal sud" e vedo persone con grandi sacche e borse e valigie varcare la hall.
Vado a prendermi uno yogurth al market qui vicino e ci sono file di persone che fanno carrelli pieni di spesa. Piatti, pentole, bicchieri, scolapiatti, cibo. Stanno affittando tutti i luoghi sfitti della città. Libanesi, palestinesi e siriani. Chi può permetterselo viene via dalla guerra.
Sono grata di questa possibilità che mi sta dando la vita per essere qui in un momento cruciale della storia in cui l'Occidente sta, una volta ancora, dalla parte del malefico.
Avrei preferito essere qui in pace. Ma siccome di pace non vogliono sentir parlare, almeno la mia presenza servirà a qualcosa. A testimoniare il male e la perfidia e l'ipocrisia.
Hanno bombardato l'ospedale italo-libanese a Tyro. Chissà cosa dirà il nostro governicchio di questo.
Prenderanno distanza da questa guerra? Smetteranno di inviare armi? O si sfregheranno le mani come fece l'imprenditore aquilano quando crollarono le case perché sapeva già che gli appalti per la ricostruzione sarebbero stati suoi?
Purtroppo l'Italia è un paese marcio.
Buona serata dal Libano occupato, decimo giorno a Beirut, tutto sotto controllo.
Aggiungo: stanno chiudendo molte scuole a Beirut per poter accogliere i profughi dal sud del Libano.
Hanno bombardato il campo profughi Rashidieh a Tyro dove eravamo stati venerdì.
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