Conflitti

Somalia: finita la mattanza a Mogadiscio

Mentre in Kenia languono i colloqui di pace sulla Somalia, per tre settimane i signori della guerra si sono dati battaglia provocando piu' di 100 morti, la maggior parte civili innocenti
1 giugno 2004
Matteo Fagotto
Fonte: War News


sabato, 29 maggio 2004 12:37

Tre settimane di terrore e violenza. Tanto è durata la battaglia di Mogadiscio, che ha visto scontrarsi le milizie di due tra i signori della guerra più potenti della città e che ha provocato più di 100 morti complessivi, la maggior parte dei quali civili innocenti. Domenica scorsa alcuni leader religiosi sono riusciti a proclamare una tregua accettata dalle parti in lotta, tregua che dovrebbe portare un minimo di sollievo alla popolazione.

Gli scontri hanno avuto infatti conseguenze pesantissime sulla vita dei civili: oltre alle vittime, bisogna contare le migliaia di sfollati fuggiti dal teatro degli scontri, che nelle scorse settimane si sono concentrati attorno ad un albergo nella zona settentrionale della città e negli ultimi giorni hanno visto invece le due milizie scontrarsi per il controllo del porto di El Maan, a circa 30 km dalla capitale.

Intanto la guerra di queste ultime settimane ha fatto lievitare paurosamente i prezzi dei generi di consumo, sia perché molti negozi sono rimasti chiusi sia perché inevitabilmente gli scontri hanno condizionato l'arrivo delle merci in città. Il porto di El Maan è l'unico rimasto aperto in città, dopo la chiusura nel 1995 del porto principale di Mogadiscio.

L'attuale situazione in Somalia è stata fotografata perfettamente da Bathuel Kiplagat, inviato speciale del Kenya per i colloqui di pace somali: "Questo conflitto non ha senso e non è utile né al popolo somalo né alla conferenza di pace che si sta svolgendo in Kenya", ha dichiarato Kiplagat all'IRIN. "Facciamo appello ai leader tradizionali e alle persone di buona volontà perché risolvano i problemi tra le parti in guerra."

La contraddizione più grande di questi colloqui di pace è che gli attori sono gli stessi che in questi 13 anni hanno ridotto il paese in ginocchio. Come potrebbero questi signori della guerra decidere spontaneamente di rinunciare al loro potere e ai lucrosi traffici per ricostituire un'autorità statale nel paese? E con che occhi sarebbero visti dalla popolazione, umiliata e vessata dagli stessi soggetti che un domani potrebbero passare come i pacificatori della Somalia?


(Ultimo aggiornamento martedì, 01 giugno 2004 12:38 )

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