Camera: anche alla buvette si mangi equo e solidale

30 giugno 2006
Fonte: ANSA (http://www.ansa.it)

I prodotti del commercio equo e solidale (cioccolato, zucchero, ma anche snack e succhi di frutta venuti da lontano) alla Buvette della Camera. Lo chiedono un gruppo di deputati di maggioranza e opposizione, che hanno scritto una lettera al presidente della Camera Fausto Bertinotti, chiedendo di introdurre i prodotti del commercio equo e solidale tra quelli venduti alla Buvette e negli altri punti di ristoro interni a Montecitorio. ''Grazie anche ai notevoli passi in avanti realizzati dal settore nel campo della qualita' - spiega il deputato dell'Ulivo Ermete Realacci, promotore dell'iniziativa - i prodotti del commercio etico sono diventati una realt? interessante. E' importante che il Parlamento italiano non solo trovi le forme piu' idonee per un riconoscimento legislativo del commercio equo, delle sue organizzazioni di base, del sistema certificativo, ma anche che operi praticamente scelte etiche, dando un valido esempio e proponendosi come battistrada in ambito istituzionale''. ''Sara' - aggiunge il deputato - un forte messaggio rivolto a tutti gli italiani, a tutte le famiglie, perche' si lascino coinvolgere da questa esperienza, maturando la consapevolezza che si puo' consumare in modo piu' attento, piu' critico, piu' equo''. Nel testo della lettera inviata al presidente Bertinotti e firmata anche dai deputati De Angelis, Di Gioia, Forlani, Francescano, Mariani, Orlando, Pisicchio, Siniscalchi e Stradella, si fa notare come ''il commercio equo e solidale sia una forma di lotta alla poverta' che si basa su pochi ma ben saldi principi: un prezzo piu' equo pagato ai lavoratori, relazioni commerciali durature, opere sociali per le comunita' coinvolte, sostenibilita' ambientale dei processi di lavorazione. Per fare un esempio, oggi un lavoratore di caffe' latino-americano percepisce circa il 3% del prezzo finale. Con il commercio equo lo stesso lavoratore e la sua comunita' ricevono circa il 30% di quel prezzo''. Inoltre, ''il commercio equo e solidale ha registrato negli ultimi anni una crescita rilevante: in Italia operano da molti anni un ente di certificazione per i prodotti (Transfair Italia) e due organizzazioni di categoria (Associazione Botteghe del Mondo ed Agices, l'Assemblea Generale delle Organizzazioni del Commercio Equo e Solidale), circa 10 organizzazioni di importazione, enti no profit che importano prodotti da progetti del sud del mondo, oltre 450 'Botteghe del Mondo', sparse su tutto il territorio nazionale, veri e propri piccoli centri specializzati di informazione sui problemi del sottosviluppo e di diffusione dei prodotti equi. In tutto si stima che il mondo Fair Trade coinvolga circa ventimila tra volontari ed operatori''. ''Il Parlamento europeo - come precisano i promotori dell'iniziativa - ha approvato una Risoluzione sul Commercio Equo e Solidale (n. 198 del 2 luglio 1998) che non solo riconosce il valore sociale del Ces (commercio equo e solidale) quale 'strumento per favorire lo sviluppo dell'uomo e promuovere regole internazionali in materia economica e commerciale ispirate a una maggiore giustizia ed equita' tra Nord e Sud', ma invita la Commissione e il Consiglio d'Europa a utilizzare le risorse dedicate al Ces e a prevedere una serie di misure volte a premiare prodotti certificati Ces, incoraggiando la creazione di un marchio comune Ces e a fornire specifici incentivi commerciali. Ed e' di questi giorni il confronto nella commissione Sviluppo presieduta da Luisa Morgantini su una prossima risoluzione Ue sul Commercio Equo e Solidale''.

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