I prodotti equo solidali sbarcano alla buvette di Montecitorio
Per la prima volta in assoluto i prodotti equi e solidali sbarcano a Montecitorio. Da ieri infatti alla Buvette, lo storico bar attiguo al Transatlantico, vengono serviti anche prodotti provenienti dal circuito del fair trade che garantisce che il prezzo pagato ai lavoratori è stato equo e che la produzione e la lavorazione dei prodotti è stata sostenibile dal punto di vista ambientale.
Un modo insomma per pronunciare «piccole parole giuste» che possano «far avanzare la qualità del rapporto fra consumatore e produttore su di un piano sociale e solidale», come ha dichiarato il presidente della Camera Fausto Bertinotti presente all’inaugurazione dell’iniziativa promossa da Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera e dell’Associazione Interparlamentare Equo e Solidale.
Il commercio equo e solidale non è una forma assistenziale, umanitaria o di sostegno al reddito, quanto una cooperazione duratura per sviluppare le capacità imprenditoriali dei produttori, generalmente rappresentati da piccole organizzazioni a carattere familiare o strutturati in cooperative, favorendo la loro crescita economica attraverso la commercializzazione dei loro prodotti nei mercati dei paesi ricchi. Se oggi, ad esempio, un coltivatore latino-americano di caffé percepisce circa il 3 per cento del prezzo, con il commercio equo allo stesso lavoratore andrà circa il 30 per cento del prezzo finale. Grazie anche ai notevoli passi in avanti realizzati dal settore nel campo della qualità, oggi in Europa i prodotti del commercio etico hanno raggiunto una diffusione ragguardevole: circa 79 mila punti vendita (57mila nella grande distribuzione, 19mila nei normali negozi, 3mila nei specializzati) fra la Germania (24.000), la Francia (10.000), l’Italia (5.500), la Norvegia (4.000), l’Olanda (3.500), la Gran Bretagna (3.200) e la Svizzera (2.800), per un fatturato pari a circa 635 milioni di euro. Per quanto riguarda l’Italia, sebbene il nostro paese sia terzo in Europa per presenza di punti vendita, dal punto di vista economico la dimensione è ancora piuttosto modesta con circa 100 milioni di euro di fatturato annuo.
Le associazioni del commercio equo presenti ieri alla Buvette, hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa, soprattutto in vista del varo di una nuova normativa del settore al quale le organizzazioni stanno lavorando da più di un anno. «Quando le pratiche della società civile entrano nel Palazzo è sempre molto significativo» ha dichiarato Alberto Zoratti, vice-presidente dell’Assemblea generale italiana del commercio equo e solidale: «Soprattutto considerando che saranno questi stessi parlamentari a votare il disegno di legge che speriamo di presentare entro la fine dell’anno».
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