Acqua pubblica ai privati: anche la Finanziaria dice "mai più"
Il Comitato italiano per un Contratto mondiale dell'acqua si è sempre dichiarato contrario alla privatizzazione dell'acqua, ed in particolare alla trasformazione delle aziende municipalizzate in società per azioni.
Il Comitato italiano prende atto delle modifiche introdotte con l'approvazione del collegato alla Legge Finanziaria 2003 (art. 14) e il decreto di delega ambientale, che intervengono sull'articolo 35 della Finanziaria 2001 (che incoraggiava l'affidamento dei servizi idrici pubblici a Società per azioni partecipate dalle imprese private) introducendo la possibilità di gestire i servizi idrici integrati delle nostre città attraverso Società per azioni totalmente pubbliche, con finalità di pubblica utilità.
Alla luce di questi importanti cambiamenti il Comitato:
1) invita tutti i Comuni e tutti gli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO, i comitati di gestione delle risorse idriche del nostro Paese) che non abbiano ancora indetto le gare di apertura al "privato" del capitale delle Spa a non compiere questo passo
2) propone a tutti i Comuni e agli Ato che abbiano già proceduto alla apertura al "privato" di avviare la ripubblicizzazione del capitale
3) chiede inoltre ai partiti ed alle istituzioni di iniziare, a più lungo termine, il processo di eliminazione della gestione tramite Spa e di creare un nuovo modello pubblico, su basi consortili municipali, improntato a principi di efficacia, trasparenza, democraticità
Il Comitato lo chiede proprio in questo momento in cui sulle pagine di autorevoli quotidiani finanziari Paolo De Castro presidente di Nomisma, Fulvio Vento presidente di Confservizi, Umberto Bertelè del Politecnico di Milano, Francesco Ferrante Direttore di Anida, la Federgasacque e Pierluigi Bersani a nome dei DS, argomentano le proprie tesi liberiste, preoccupati esclusivamente dello stop al mercato e delle sorti delle aziende che hanno già ceduto a imprese private le proprie azioni quali Acea e Hera.
"Vogliamo - dichiara Riccardo Petrella, presidente del Comitato italiano - alla luce dell'interesse e del sostegno che i cittadini di tutta Italia hanno dimostrato a favore dell'acqua come bene comune non mercificabile, e che si è tradotto in un grande successo normativo, che i tavoli regionali di confronto tra società civile e istituzioni si affermino e si moltiplichino come luoghi di tale confronto".
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