Cultura

Lista Cultura

Archivio pubblico

Il film della regista Ava Du Vernay

"Selma, la strada della libertà"

Il 7 marzo del 1965 le TV americane mostrarono scene di insopportabile violenza della polizia contro manifestanti afroamericani inermi. Gli spettatori ne furono sconvolti
23 febbraio 2015

Il 7 marzo del 1965, milioni di americani stanno guardando in TV “Vincitori e vinti”, un film sull'era nazista, di Stanley Kramer, quando un notiziario in edizione straordinaria li trasporta all'improvviso nelle strade di Selma, città dell'Alabama. Le riprese mostrano agenti locali e statali che respingono, caricano e inseguono circa seicento manifestanti afroamericani, intenzionati a marciare pacificamente per l'uguaglianza e la libertà di voto. Le immagini sono raccapriccianti. 

Il trailer di "Selma" (2015), della regista afroamericana Ava Du Vernay

La marcia era stata vietata dalle autorità locali per generici motivi di ordine pubblico e di sicurezza del traffico stradale. Martin Luther King si era recato nel Sud degli Stati Uniti con altri attivisti dell’organizzazione da lui fondata (Southern Christian Leadership Conference), per sostenere la campagna di Selma per  la libertà di voto, in corso da tempo con il sostegno di un’altra organizzazione per i diritti civili dei neri (Student Nonviolent Coordinating Commitee). Quel giorno non era tra i partecipanti alla marcia, che era guidata dagli attivisti Hosea Wlliams e John Lewis.

Il pastore della Chiesa Battista Luther King era già famoso, a quell'epoca, avendo ricevuto il Premio Nobel per la Pace (consegnatogli a Oslo il 10 dicembre 1964). Ma ciò non ne impedì ulteriori arresti, come accaduto più volte negli anni precedenti. L'adesione del SCLC diede visibilità alle rivendicazioni della città di Selma, e la violenza ottusa e sproporzionata dimostrata dalla polizia, spalleggiata da cittadini bianchi organizzati in gruppi razzisti, diede modo di segnare una svolta nella lunga lotta per la libertà di voto.

Un'attivista ferita dalla polizia in una scena del film "Selma" (2015)

 Sulla carta, era un diritto ottenuto dagli afroamericani già nel 1870, ma ignorato e ostacolato soprattutto negli Stati del Sud. Le procedure erano volutamente lasciate all’arbitrio di funzionari locali, che rendevano di fatto impossibile ottenere la registrazione alle liste elettorali e il concreto esercizio del voto, annullando di conseguenza le altre prerogative connesse all'iscrizione come la possibilità di essere eletti e di far parte di giurie.

Dopo i fatti del 7 marzo - ben ricostruiti e documentati grazie alla presenza di molti cronisti - altre feroci azioni della polizia furono avallate dal governatore dell’Alabama contro cittadini inermi.

Luther King e i cittadini di Selma chiesero giustizia e la tutela dello Stato, perché fosse affermata e resa possibile la legittimità della loro lotta per i diritti civili. L'informazione libera e la decisione di un giudice ebbero un ruolo importante nello sviluppo delle vicende di quel marzo 1965. 

 

Articoli correlati

  • Si può cambiare il mondo senza prendere il potere?
    Schede
    Un sociologo irlandese apre una riflessione su un’idea diversa di rivoluzione

    Si può cambiare il mondo senza prendere il potere?

    "Cambiare il mondo senza prendere il potere. Il significato della rivoluzione oggi" è un libro di John Holloway
    20 febbraio 2024 - Redazione PeaceLink
  • "La Cina è un affronto all'idea egemonica degli Stati Uniti"
    Economia
    Intervista a Jeffrey Sachs sulla guerra in Ucraina, la Nato, l'Europa, gli USA e la Cina

    "La Cina è un affronto all'idea egemonica degli Stati Uniti"

    "Gli Stati Uniti hanno chiamato il primo ministro Meloni e hanno detto di uscire dalla Via della Seta. Pensate che abbia avuto da sola quell’idea? L'idea statunitense è che nessuno debba rivaleggiare con la potenza degli USA. Dovremmo invece puntare a costruire un mondo multipolare e cooperativo".
    6 febbraio 2024 - Jeffrey Sachs
  • Schede
    Il 26 maggio 2004 il New York Times riconobbe i propri errori pubblicando un articolo

    Le presunte armi di distruzione di massa di Saddam in Iraq

    Giornali come il New York Times, fino al 2003 ostili alla guerra, finirono per accettare come veritiere le affermazioni di Powell e per considerare ineluttabile l'intervento armato. A guerra terminata non fu trovata alcuna traccia di quelle fantomatiche armi.
    16 novembre 2023
  • L'Assemblea generale dell'ONU vota per la fine dell'embargo a Cuba
    Latina
    Una sola nazione si è astenuta: l'Ucraina

    L'Assemblea generale dell'ONU vota per la fine dell'embargo a Cuba

    Solo due nazioni hanno votato per mantenere l'embargo: Stati Uniti e Israele.
    L'embargo a Cuba è stato istituito dagli Stati Uniti nel 1960, in risposta alla rivoluzione cubana guidata da Fidel Castro. L'anno successivo la CIA organizzò anche un tentativo di invasione che però fallì.
    3 novembre 2023 - Redazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)