Un satellite contro il digital divide

Un operatore satellitare britannico promette di contribuire alla riduzione del digital divide europeo. Ma ci hanno provato in tanti, senza mai riuscire a sfondare. Ora si parla di sat più WiFi
17 maggio 2006
Dario Bonacina

Londra - Le speranze degli utenti digital-divisi europei verranno riposte nel satellite Hylas di Avanti Screenmedia PLC, che nel 2008 dovrebbe trovare posto in orbita per diffondere una copertura a banda larga a beneficio del Vecchio Continente?

Il dubbio, visti i molti fallimentari precedenti di business satellitari di massa, è lecito. Il "satellite da 110 milioni di euro", costruito da EADS-Astrium (la stessa organizzazione scelta da Eutelsat per costruire il satellite di trasmissione HOT BIRD 9) beneficerà di un contributo, pari a circa un terzo del suo costo, dall'agenzia spaziale europea ESA. Il resto sarà coperto da finanziamenti di natura privata.

"Sono orgoglioso che un'iniziativa tecnologica britannica costituisca il primo progetto su larga scala focalizzato al digital divide, che secondo la Commissione Europea coinvolge 10 milioni di utenti" afferma il CEO di Avanti, David Williams. Hylas partirà nel novembre 2008 e si posizionerà a 33,5 gradi ovest, allo scopo di dare copertura all'Europa centrale e occidentale.

Avanti Screenmedia è sicuramente più conosciuta per i suoi megaschermi pubblicitari, installati in centri commerciali e supermercati. Recentemente ha esteso la propria attività alla connettività, con pacchetti broadband destinati ad aree non coperte da network "terrestri". Il modello di business presentato da Avanti consiste nell'attivazione di servizi internet presso un terminal centrale, situato ad esempio in una zona rurale, per poi distribuirne il segnale ad un cluster di utenti attraverso una rete WiFi.

"Il problema è che la banda larga in Europa non è considerata servizio universale" afferma l'ingegner Giuseppe Viriglio, direttore dell'ESA per i Programmi dell'Unione Europea ed Affari Industriali. Ed è quindi necessario "fornire un'infrastruttura, anche nelle regioni più remote, dove la fibra non arriva. Mentre il satellite può farlo".

Gli analisti del settore prevedono un duro lavoro per Avanti Screenmedia, soprattutto per ottenere in un tempo ragionevole un adeguato ritorno sull'investimento. Stephane Chenard, di Euroconsult, riferisce che le esperienze finora realizzate dai provider che hanno percorso la strada dello spazio riportano notevoli difficoltà nell'ottenere profitti soddisfacenti dai servizi internet via satellite. "Servono moltissimi utenti - sottolinea - e il satellite è costoso, da costruire e da lanciare nello spazio; sarà necessario vendere un congruo numero di abbonamenti per portare il costo del servizio ad un livello accettabile e non so se in Gran Bretagna e in Europa ci siano abbastanza utenti "rurali" disposti ad aderire al servizio".

"Abbiamo già definito cosa significherà il servizio per l'utente, - ribatte però David Williams - con una parabola ed un modem per ognuno, possiamo fornire un servizio che, in un piccolo villaggio, può arrivare ad un costo di installazione di 100-150 sterline".

È ancora presto per parlare di prestazioni della connettività, che dovrebbe comunque essere wireless in entrambe le direzioni (non richiederà, cioè, l'upload via telefono come Alice Sat di Telecom Italia ). E sembra ancora prematuro parlare del prezzo dei servizi fruibili dall'utenza, perché dipenderà dalla tipologia di offerta proposta. Avanti riferisce che sono attualmente in corso trattative con emittenti britanniche come BBC e ITV per utilizzare Hylas per portare la TV ad alta definizione nelle case dei potenziali utenti.

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