Bucato un sito dei servizi israeliani
Lo ha fatto perché il sito di reclutamento messo in piedi dal Mossad, il servizio segreto israeliano, non gli sembra abbastanza sicuro per gestire tutte le informazioni personali ivi lasciate da aspiranti agenti. Lui allora si è armato di pazienza e ne ha verificato la sicurezza violandone le protezioni. Ovviamente è finito nei guai.
Il protagonista dell’impresa sarebbe un 23enne il cui nome per il momento rimane ignoto e che dopo l'arresto è stato quasi immediatamente portato dinanzi ad un giudice. Secondo l'accusa sostenuta dai procuratori di stato, l'uomo avrebbe utilizzato "sofisticate tecniche di attacco" per penetrare nel server del sito anche se non sarebbe stato in grado di "decifrare le informazioni ottenute".
Stando ad Associated Press, per il momento né il ministero di Giustizia né l'ufficio del Primo Ministro hanno in alcun modo commentato un evento che non è evidentemente andato giù alle forze di sicurezza del paese.
I procuratori non sembrano affatto proni a considerare la tesi della difesa, secondo cui l'attacco effettuato dal 23enne sarebbe nato soltanto dalla curiosità e poi dal timore che il sito potesse non essere all'altezza della situazione. Trattandosi di un sito di quel calibro, d'altro canto, la massima diffidenza è probabilmente inevitabile. Allo stato, comunque, non è giunto nessun mea culpa dai responsabili della sicurezza di quei server.
Il sito di reclutamento del Mossad esiste da circa un anno ed è servito all'intelligence israeliana per individuare potenziali agenti o personale da selezionare. Va da sé che un sito del genere è sottoposto ad aggressioni telematiche di ogni genere, come già accade negli USA per siti come quelli della CIA o della NSA.
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