USA, cyber-attacco terroristico simulato

L'ha voluto il Dipartimento per la Homelad Security, scoprendo che sono numerose le agenzie e le aziende a rischio. Il problema principale è nelle comunicazioni incrociate tra soggetti diversi
26 novembre 2003
Punto Informatico
Washington (USA) - Cosa accadrebbe se un manipolo di terroristi dalle importanti capacità di cracking si dedicasse a tempo pieno ad aggredire i network americani, quelli pubblici, quelli critici ma anche quelli finanziari e creditizi? Se lo sono chiesto gli esperti dell'Homeland Security Department, la divisione governativa che si occupa specificamente della sicurezza interna statunitense.

Nei giorni scorsi, infatti, è stata condotta una simulazione di un attacco del genere, aggressione controllata che ha preso di mira banche e sistemi di pubblica utilità, come quelli che governano la rete elettrica. Ciò che è emerso dall'operazione Livewire, sebbene i risultati debbano ancora essere valutati e formalmente annunciati, è una certa quantità di vulnerabilità, alcune delle quali definite "preoccupanti".

In particolare non hanno retto come dovuto le reti di intercomunicazione e interdipendenza tra diversi sistemi vitali del paese, laddove, per esempio, la chiusura della fornitura elettrica potrebbe rendere inutilizzabili le reti informatiche o i telefoni.

"Ci sono stati dei problemi: - ha spiegato il direttore della divisione sulla sicurezza cyber Amit Yoran - il flusso di informazione attraverso le diverse agenzie non è andato così liscio come ci sarebbe piaciuto". Secondo Yoran l'aggressione simulata mirava a rendere inutilizzabili i sistemi di comunicazione e servizio attraverso diversi settori industriali e network pubblici.

Nei prossimi giorni si dovrebbero avere maggiori dettagli sui risultati della simulazione, sebbene sia evidente che non tutto verrà reso pubblico per evitare di segnalare ad eventuali terroristi i punti deboli delle reti testate.

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