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In Italia e Germania: bombe nucleari B61-12 Nato nelle basi militari di Ghedi, Aviano e Buchel

Il diritto alla pace e al disarmo

Verso un coordinamento antinucleare europeo. L'obiettivo è di inserire la valutazione delle attività militari e belliche - e quindi il disarmo come soluzione al grave inquinamento da esse prodotte - negli accordi di Parigi sul clima.
Laura Tussi10 dicembre 2021

In Italia e Germania: bombe nucleari B61-12 Nato nelle basi militari di Ghedi, Aviano e Buchel

Le richieste del movimento per la pace per il disarmo nucleare in Italia

Verso un coordinamento antinucleare europeo. L'obiettivo è di inserire la valutazione delle attività militari e belliche - e quindi il disarmo come soluzione al grave inquinamento da esse prodotte - negli accordi di Parigi sul clima.

In Italia saranno stoccate le bombe nucleari B61-12 Nato nelle basi militari di Ghedi, Aviano e di Buchel in Germania: la banale assenza di guerre in preparazione dei futuri conflitti armati, con il potenziamento degli arsenali militari e nucleari e con l’innestare nei popoli sentimenti nazionalistici a difesa degli interessi e del mantenimento dei confini nazionali da perseguire con ogni strumento e con la violenza in tutto il mondo. Nel corso dei secoli l’esercizio del diritto di fare la guerra è prevalso purtroppo sul diritto alla pace.

La pace è un diritto umano

Questo traguardo normativo è sancito nella dichiarazione universale dei diritti umani del 1948. E questo proclama rivolto all’ideale e all’assoluto valore della pace come diritto è esplicitato nel concetto di "pace positiva". Ossia la costruzione di un sistema di politiche di cooperazione, di relazioni e istituzioni che operano per garantire il diritto a un ordine sociale internazionale, in cui i diritti umani e la libertà, enunciati nella dichiarazione universale, siano pienamente realizzate e attuate e poste in pratica attiva e appunto positiva.

Il diritto internazionale ripudia la guerra

Il nuovo diritto internazionale invece, basato sulla carta delle Nazioni Unite, definisce un flagello la guerra e la interdice e ripudia.

Quindi impegnare gli Stati a costruire la "pace positiva" significa far funzionare le Nazioni Unite, non ospitare armi nucleari e basi militari straniere, ma destinare più fondi alla cooperazione internazionale per lo sviluppo e incentivare attività di solidarietà internazionale di vari enti e istituzioni.

L'ordinamento internazionale sancisce il diritto alla pace

Dunque il diritto alla pace è già sancito nell’ordinamento internazionale. Inoltre l’articolo 11 della Costituzione italiana è in perfetta sintonia con il diritto internazionale, basato sulla carta delle Nazioni Unite e sulla dichiarazione universale dei diritti umani. Questo importante articolo costituzionale risulterebbe rafforzato dal diritto internazionale sin dal 1948 e anche da numerose leggi regionali in virtù della norma “Pace e diritti umani” inclusa dal 1988. Se alla persona e ai popoli viene riconosciuto il diritto alla pace, come norma imprescindibile e fondamentale, di conseguenza agli Stati è sottratto il diritto di fare la guerra e imposto il dovere della pace. 

Obiettivi disarmo e pace negli accordi per il clima

La nonviolenza efficace, secondo il mondo del pacifismo nonviolento attuale, è una pratica volta a migliorare i trattati sul clima le cosiddette Cop per il clima - la recente Cop26 a Glasgow - con un progresso nel diritto internazionale. Ora è quanto mai necessario fare inserire nei trattati per il clima l’istanza e il diritto al disarmo che si può ottenere con i voti degli Stati, tramite appelli internazionali e ingenti manifestazioni di popolo, in un grande lavoro politico di cui il retroterra culturale si può ritrovare in molteplici realtà associative nazionali e internazionali di impegno civile antimilitarista e antinuclearista che si occupano di questi temi sempre più emergenti e urgenti.

Verso un coordinamento antinucleare europeo

Il contributo caratterizzante starà nello sforzo di fare convergere l'istanza antinucleare, intesa come opposizione all'atomo di guerra, ma anche a quello presunto civile, con la priorità urgente delle campagne per la proibizione delle armi nucleari e il NO al ritorno degli euromissili in Europa, nell'insieme delle tematiche di lotta dei movimenti per l'alternativa, verso un coordinamento antinucleare europeo.

L'obiettivo è di inserire la valutazione delle attività militari e belliche - e quindi il disarmo come soluzione al grave inquinamento da esse prodotte - negli accordi di Parigi sul clima.

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