Disarmo

Rivediamo in queste ore le scene del film di Alberto Sordi: "Finché c'è guerra c'è speranza"

"Ci armiamo. Era ora". Un titolo di giornale che spaventa

I decisori politici vicini alla lobby delle armi stanno sfruttando il conflitto in Ucraina per dirottare verso usi militari i fondi destinati alla sanità, all'istruzione, ai disoccupati e alla transizione ecologica. La sofferenza del popolo ucraino diventa un paravento per lucrare e fare affari.

Prima pagina di Libero del giorno 1 marzo 2022

Con la sua consueta sincerità, che in questi casi lo contraddistingue, il quotidiano "Libero" titola oggi in prima pagina: "Ci armiamo, era ora". Occhiello: "Sanzioni e cannoni".

Ed eccola svelata la scelta di tanti governi e governanti, così sensibili alla lobby delle armi, di dirottare verso finalità militari quell'ingente massa di fondi civili accumulati per rispondere alla pandemia e alla crisi economica e sociale. Mentre l'ONU rilancia l'allarme sull'aggravarsi dei cambiamenti climatici con terribili conseguenze per tutti noi, la lobby militare assedia i ministri europei e italiani senza incontrare eroiche resistenze.

La sofferenza del popolo ucraino diventa pretesto e paravento per lucrare e fare affari. Come è già successo ad esempio per la guerra dell'Afghanistan in cui si parlava della libertà delle donne afghane per spostare ingenti somme verso il complesso militare-industriale, con gli esiti che abbiamo visto.

E mentre il popolo ucraino soffre sotto i colpi di una guerra, riemerge il vecchio italico adagio di Alberto Sordi: "Finché c'è guerra c'è speranza".

E mentre i russi assediano Kiev, la lobby del complesso militare-industriale assedia il Palazzo. A farne le spese è sempre e solo la popolazione, in entrambi i casi.

Note: «Dobbiamo vigilare contro l’acquisizione di un’ingiustificata influenza da parte del complesso militare-industriale, sia palese che occulta. Non dobbiamo mai permettere che il peso di questa combinazione di poteri metta in pericolo le nostre libertà e processi democratici. Soltanto un popolo di cittadini allerta e consapevole può trovare un adeguato compromesso tra l’enorme macchina industriale e militare di difesa e i nostri metodi e fini pacifici, in modo che sicurezza e libertà possano prosperare assieme».

Dwight D. Eisenhower
Presidente degli Stati Uniti d’America
Discorso di addio alla nazione, 17 gennaio 1961

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