Mobilitazione internazionale davanti alla base nucleare inglese di Lakenheath
Obiettivo: impedire il ritorno delle bombe nucleari statunitensi B61-12 sul suolo britannico e rilanciare un messaggio forte di disarmo globale. A Lakenheath, nel 2008, le testate nucleari furono rimosse. Ora il rischio di un loro ritorno alimenta questa mobilitazione fatta di partecipazione, creatività e disobbedienza civile.
Una coalizione ampia e determinata
Più di 50 organizzazioni hanno aderito alla chiamata: tra queste, nomi storici come il Campaign for Nuclear Disarmament (CND), Trident Ploughshares, CodePink, International Peace Bureau (IPB), Extinction Rebellion, IPPNW (Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare) e Women Against NATO. Una rete di reti, un mosaico di esperienze che, con voci diverse, afferma una sola volontà: no alle armi nucleari, sì a un futuro senza guerra.
Il programma del Campo, articolato dal 14 al 26 aprile, è stato ricchissimo: workshop, azioni dirette nonviolente, eventi musicali, laboratori di protesta creativa e una importante Conferenza Internazionale. Tra i momenti più intensi, l’incontro con le donne della storica Campagna di Greenham Common, le giornate dedicate al clima con Extinction Rebellion, e l'appello lanciato da varie fedi religiose per l'abolizione delle armi nucleari.
Una presenza italiana in prima linea
A rappresentare l’Italia è stato Elio Pagani, presidente dell'associazione Abbasso la Guerra OdV, che ha illustrato i rischi connessi alla presenza delle bombe B61-12 nella base di Ghedi, in Lombardia, e le battaglie civiche per la sicurezza delle popolazioni locali. Con lui anche l'attrice e poetessa Pilar Castel e l’attivista Maurizio Pagani.
La loro testimonianza ha ricordato come il disarmo nucleare sia una questione che riguarda tutti, non solo chi vive accanto a una base militare. Le bombe nucleari non conoscono confini sicuri, e ogni nuova installazione nucleare alimenta una spirale di insicurezza globale.
Donne in prima linea: un gesto dirompente
Il 25 aprile, giorno simbolico di liberazione, dodici persone si sono incatenate al cancello principale della base. Tre di loro sono state arrestate. Oggi, 26 aprile, è previsto il blocco totale dell’ingresso della RAF Lakenheath, a coronamento di due settimane di mobilitazione intensa e gioiosa.
Un invito all'impegno
Le esperienze di Lakenheath ci ricordano che la lotta per il disarmo nucleare richiede coraggio, creatività e alleanze ampie. Richiede la capacità di unire le lotte: per la pace, per il clima, per i diritti.
Incoraggiamo chiunque voglia saperne di più o desideri unirsi a questa straordinaria campagna internazionale a visitare i siti web delle organizzazioni coinvolte:
E dall'Italia:
Perché la pace si costruisce ogni giorno, anche con la disobbedienza civile.
https://www.pressenza.com/it/2025/04/notizie-dal-campo-antinucleare-di-lakenheath/
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