Sparano sulle ambulanze
ALBERT
BOLLETTINO PACIFISTA
La voce della ragione in tempi di guerra
Quando le ambulanze diventano bersagli
PeaceLink denuncia con forza il crimine di guerra che si consuma sotto gli occhi del mondo: ambulanze palestinesi colpite intenzionalmente, violate nella loro funzione di soccorso e di umanità. È un fatto gravissimo, inaccettabile. Colpire mezzi di soccorso significa violare il diritto internazionale umanitario e le Convenzioni di Ginevra. È un affronto alla coscienza civile di chi rifiuta di rassegnarsi alla normalizzazione dell’orrore. Anche solo il dubbio non giustifica l’attacco: in guerra non tutto è permesso, e il rispetto per chi soccorre i feriti è una linea rossa che non può essere varcata.
PeaceLink chiede giustizia per le vittime e l’immediato rispetto del diritto umanitario.
Leggi l’editoriale completo
Contro il piano di riarmo: la Puglia dice no

A Bari la voce della pace ha riempito le strade. Oltre cento sigle associative e nove amministrazioni comunali hanno aderito alla mobilitazione contro il piano di riarmo europeo e per la fine dello sterminio a Gaza.
Venerdì 29 marzo hanno sfilato cittadini, giovani, anziani, attivisti, amministratori locali. Un popolo in cammino per dire che la pace è l’unico vero investimento per il futuro.
Il messaggio è stato netto: "Il piano di riarmo europeo rappresenta una minaccia alla pace e comporterà conseguenze negative per i prossimi decenni".
Il resoconto della manifestazione
F-35: ben sette miliardi per 25 velivoli
Mentre il Paese affronta crisi economiche, sociali e ambientali, il governo pianifica l’acquisto di venticinque nuovi caccia F-35, per una spesa stimata di 7 miliardi di euro. Una cifra impressionante, sottratta alla sanità, all’istruzione, alla riconversione ecologica e alla solidarietà. Contro questa folle corsa al riarmo sono scese in piazza ancora una volta le coscienze civili e le realtà del pacifismo. La protesta si è levata forte da Bari, e non si fermerà.
L'articolo su PeaceLink
Medici contro l’incubo nucleare
La minaccia nucleare non è un capitolo chiuso. Lo ricordano i medici per la pace, protagonisti storici di una lotta nonviolenta che affonda le radici nei giorni più oscuri della Guerra Fredda.
Una mostra multimediale alla Countway Library of Medicine dell’Università di Harvard ripercorre la storia e le battaglie di queste organizzazioni, che hanno saputo coniugare scienza, etica e impegno civile.
Una lezione ancora attuale: curare la guerra significa prevenire la catastrofe.
Scopri la mostra e la storia
Articoli correlati
La roccaforte ucraina di Pokrovsk è destinata a cadere ma resiste in nome della stupidità militareSalvare gli uomini, abbandonare Pokrovsk
Mentre la battaglia infuria e i soldati ucraini vengono spinti dal loro governo a una resistenza sempre più disperata, una domanda morale si impone: su Pokrovsk possiamo rimanere in silenzio come pacifisti o dobbiamo prendere posizione per la invocare la salvezza dei soldati ucraini?3 novembre 2025 - Alessandro Marescotti
Una Legge di Bilancio sempre più armataCresce la spesa militare italiana e avanza il progetto GCAP del caccia di sesta generazione
E' in atto una corsa tecnologica, presentata come un investimento per la “difesa del futuro”, che rischia di impegnare risorse economiche enormi per i prossimi decenni, sottraendole allo stato sociale e alle urgenze ambientali. Vediamo cosa avranno di fronte i parlamentari italiani.31 ottobre 2025 - Redazione PeaceLink
Le verità scomode che emergono dall'ultimo libro di Ivan KatchanovskiIl massacro di piazza Maidan in Ucraina nel 2014
Sulla base di ricerche estremamente dettagliate il libro conclude che ci furono gruppi armati di manifestanti del Maidan che occuparono postazioni da cui partirono i proiettili che colpirono sia i manifestanti sia i poliziotti.25 ottobre 2025 - Alessandro Marescotti
Rischioso sostenere l'Ucraina utilizzando gli asset russi congelatiIl Belgio gela Zelensky
La Commissione Europea, di fronte alle difficoltà di finanziare la ricostruzione e la difesa ucraina, vorrebbe usare i beni russi attualmente congelati in Belgio. Ma il premier belga Bart De Wever frena, e così anche la Banca Centrale Europea. Vediamo perché.25 ottobre 2025 - Alessandro Marescotti
Sociale.network