Ambulanze palestinesi sotto tiro: quando il diritto umanitario diventa un bersaglio
Questa logica è tossica e pericolosa. È la stessa che ha giustificato bombardamenti su scuole, ospedali, convogli umanitari. È la stessa che da mesi trasforma ogni ambulanza in un potenziale obiettivo militare, ogni soccorritore in un potenziale nemico.
È inaccettabile. Per il diritto internazionale umanitario, per la Convenzione di Ginevra, per la coscienza civile di chi ancora ritiene che esista una soglia oltre la quale l’orrore non possa essere normalizzato. Il targeting di ambulanze, anche solo in presenza di un dubbio, è un crimine. Punto.
Non ci si può nascondere dietro la formula retorica della “guerra contro il terrorismo” per giustificare tutto. Quando si accetta che un’ambulanza sia un bersaglio legittimo, si scardina ogni principio di protezione dei civili. E quando, come in questo caso, i soccorritori scompaiono e non si hanno più notizie di loro, ci si deve domandare dove sia finita l’umanità.
Nel silenzio complice della comunità internazionale – con qualche comunicato di circostanza e zero conseguenze concrete – la macchina militare israeliana prosegue nella devastazione sistematica di Gaza. La differenza è che oggi, mentre l’orrore si accumula sotto gli occhi del mondo, ci viene chiesto di considerarlo “necessario”, “inevitabile”, “giustificato”.
No, non lo è.
Chiunque ancora difenda l’impunità di Israele con l’alibi della sicurezza dovrebbe avere il coraggio di guardare in faccia le immagini dei soccorritori massacrati. Dovrebbe spiegare ai familiari delle vittime che i loro cari sono morti perché un’ambulanza può essere vista come un atto ostile. Dovrebbe spiegare ai popoli del mondo perché il diritto internazionale è stato ridotto a carta straccia.
PeaceLink denuncia con forza questo crimine.
Il Presidente della Repubblica italiana – garante della Costituzione e dei trattati internazionali – dovrebbe prendere posizione in modo chiaro.
Le ambulanze non sono un bersaglio. I pompieri non sono combattenti. I soccorritori non sono terroristi.
Tutto il resto è propaganda di guerra.
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- Sono Roman Levin e Itamar Greenberg
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