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Poco bosco per tanto acciaio

Risulta insufficiente l'ampiezza del "bosco filtro" che dovrebbe compensare l'effetto inquinante della nuova acciaieria alle porte di Cremona
31 gennaio 2013
Maria Teresa Puliti

Si sa
che le acciaierie sono industrie insalubri, dovrebbero essere costruite lontano dai centri abitati e dovrebbero farsi carico di opere di compensazione… o NO?
Il no è proprio deciso a Cremona per l'acciaieria Arvedi che è appena stata costruita sull'area di ben tre comuni: di Cremona, di Spinadesco e di Sesto ed Uniti aggiungendo all'ampliamento (l'acciaieria è triplicata anche se si continua a chiamare raddoppio) la zincheria. Il tutto senza essere sottoposto a VIA (valutazione di impatto ambientale) con il beneplacito di tutti gli enti pubblici, Regione Lombardia in testa, che di aria pulita, acque limpide e cristalline, terra fertile se ne fanno un baffo.
Solo per il bosco filtro, Antonio Bodini docente dell'Università di Parma, con acciaieria ancora in fase di progettazione scriveva:
"Supponendo corretto il calcolo secondo le linee guida della Direttiva CE 87/2003 8 (e supponendo corretta la sua interpretazione da parte dello scrivente Antonio Bodini dell'Università di Parma) sarebbero da compensare emissioni di CO2 per una quantità pari a  54.892 tonnellate annue di CO2.

Fumi e inquinamento
Il calcolo della superficie da allestire a bosco filtro è deducibile conoscendo il coefficiente di assorbimento delle foreste. Secondo Valentini et al. (vedi [1]) per la vegetazione autoctona italiana questo tasso di assorbimento è uguale a 6,6 tonnellate di carbonio all’anno per ettaro di bosco, che secondo una semplice conversione stechiometrica corrisponde a 24,2 tonnellate di CO2 sequestrate da un ettaro di bosco in un anno. Per lo smaltimento dell’eccesso di CO2 prodotto dall’ampliamento dell’impianto sarebbero quindi necessari:

54892 (CO2 prodotta) / 24,2 (t di CO2 sequestrata da un ettaro)  = 2268 ha di bosco."

Peccato che nella pratica il bosco filtro non sia arrivato neppure alle "unità" della cifra indicata, cioè 8, ma si sia fermato molto, molto prima con alberi che di questo nome non hanno nulla. Di questa acciiaieria Arvedi posso raccontare molto, sono tentata di scrivere un libro perché seguendo la storia di questa acciaieria e confrontandola con le storie di altre ho capito quali sono le storture dell'Italia. 

Ma torniamo alle compensazioni. L'ultima sembrerebbe del 7 gennaio 2013, data dell'atto pronto a essere firmato dal direttore del settore Lavori Pubblici e Programmazione del Comune di Cremona dove si stanziano euro 6.228,52 (IVA compresa), già finanziati con stanziamenti del bilancio 2005; oggetto: "Lavori per ampliamento dell'area di sosta in via Acquaviva." E, guarda caso, quell'area di sosta è chiamato anche parcheggio Arvedi e molti cittadini pensano che si tratti di proprietà privata, invece no. Quel parcheggio è pubblico, ma essendo davanti all'acciaieria tutti pensano sia di Arvedi; non basta. Costruito con i soldi pubblici il parcheggio ora viene ampliato e dotato di acqua e luce pubblica, pagata con soldi pubblici.

Cittadini, siete contenti?! A Cremona si dice  "Sant'Agata fa scorta al Dom": si vede che Arvedi e amministratori pubblici si sono perfettamente adeguati al detto.

Acciaieria Arvedi

 

 

 

 

L'acciaieria Arvedi. 


Note: [1]: Valentini et al. 2000. Respiration as the main determinant of carbon balance in European Forests. Nature 404: 861-865.

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