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La seconda vita del capoluogo basco

“Così abbiamo fatto rinascere Bilbao”

Intervista ad Ana Sancho, responsabile (dal 1992) Marketing e Comunicazione per l'Associazione Bilbao Metropoli-30 che, insieme ad altre realtà pubbliche e private ha compiuto il miracolo di trasformare una grigia città industriale, soffocata dai fumi degli altiforni, in un modello di efficienza e tecnologia da esportare nel mondo.
18 novembre 2014

D: Come descriveresti oggi Bilbao?

R: Bilbao si è reinventata, passando dall'essere una città grigia e degradata a moderna e cosmopolita urbe centro di affari, turismo e cultura: una città postindustriale. Questo cambio di fisionomia è stato una conseguenza del fatto che Bilbao ha dovuto trasformare la propria economia per necessità.


D: Fino a 30 anni fa, invece, com'era?

R: In primo luogo bisogna considerare che Bilbao era un Porto, molto importante per il commercio marittimo. Solo il 15 giugno del 1300 le viene attribuito il titolo di Villa, anche se rimase una città medievale fino al 1511 quando venne istituito il Consolato di Bilbao e la città divenne un importante centro mercantile, che collegava la meseta castigliana fino al mare.

Dovettero passare più di 300 anni prima che Bilbao diventasse una città industriale. Nel 1850, con la creazione del primo altoforno, arriva nelle nostre terre la Rivoluzione Industriale. A partire da quel momento, l'attività economica si concentra quasi esclusivamente nella siderurgia e nell'industria navale. È, precisamente, questa mancanza di diversificazione che provoca gravi conseguenze per Bilbao durante la crisi industriale del 1975. Bilbao dovette superare alcune gravi inondazioni nel 1983, così come il declino economico derivato dalle sue attività nell'industria siderurgica e in quella navale. Questa situazione motivò i leader della città a progettare una rinnovazione urbana su grande scala come inizio di una nuova strategia economica.


D: Che eredità avevano lasciato le vecchie industrie alla città?

R: Le industrie avevano lasciato un tessuto urbano deteriorato che è stato recuperato sfruttando gli spazi industriali dismessi o obsoleti. Oltre a questo si è lavorato per il recupero del fiume Nervión (al confine del quale si trovavano molte zone industriali), come fattore unificante di integrazione della metropoli e la sua bonifica ha contribuito ad aumentare la qualità della vita e migliorare l'attrattività della città.

 

D: Da dove è nata l'idea della riconversione, e di provare a puntare sull'innovazione, sul turismo e la cultura?

R: La necessità di rigenerazione e la scommessa sull'innovazione, sul turismo e la cultura sono state la diretta conclusione del piano strategico. E la messa in moto del Piano Strategico per la rivitalizzazione di Bilbao Città Metropolitana, è stata possibile grazie all'impegno e alla collaborazione di istituzioni pubbliche e private. È stato importante l'impulso, il lavoro e la fede che hanno avuto in questi progetti le istituzioni pubbliche. Tanto il Governo Basco come le Province e i Comuni hanno puntato fortemente sul progetto. Inoltre, il partenariato pubblico-privato è una garanzia di successo nello sviluppo delle città. E questa non è un'invenzione di Bilbao, ma è quello che si è potuto constatare in tutte le città del mondo.



D: Com'è nata l'Associazione Bilbao Metropoli 30?

R: Bilbao Metropoli 30 è nata per pensare, pianificare e dirigere strategicamente la rivitalizzazione di Bilbao con un accordo tra il settore pubblico e quello privato, dato che si tratta di un'entità privata a composizione mista pubblico-privata.

E' nata su iniziativa del Governo Basco, della Provincia di Vizcaya (Provincia autonoma di Bizkaia) e del Comune di Bilbao, a cui successivamente si aggiunsero i comuni dell'area metropolitana di Bilbao e istituzioni private. Tra esse si trovano le grandi imprese di Bilbao come Iberdrola, BBVA e BBK, medie imprese e varie istituzioni.


D: Quali sono stati i primi passi dell'Associazione e i primi progetti?

R: Il primo obiettivo è stato quello di investire sulle persone. Successivamente quello di migliorare la mobilità e l'accessibilità alla città. Un terzo obiettivo è stato quello di creare servizi avanzati che potessero integrare e migliorare quella che era l'attività industriale, insieme ad un programma per un ambiente più pulito e sano, una migliore pianificazione urbanistica, oltre alla promozione e incentivazione dell'associazione tra entità pubbliche e private. Nello stesso tempo c'era un'altra missione: trasformare Bilbao, un porto industriale con un settore finanziario forte, in un punto focale della cultura. La trasformazione di Bilbao in una città culturale ha dato luogo ad un progetto specifico: il Museo Guggenheim Bilbao.


D: Chi ha finanziato gli interventi?

R: Le istituzioni sia locali che reagionali e statali hanno finanziato gli interventi. Alcuni di essi, come il piano di risanamento di Bilbao (il cui principale obiettivo era quello di recuperare la qualità ambientale del nostro fiume Nervión, degli altri nostri fiumi e delle nostre spiagge, evitando gli scarichi nei canali fluviali e controllando il percorso di depurazione), continua ad essere finanziato dai cittadini attraverso il canone di risanamento al Consorcio de Aguas Bilbao Bizkaia.


D: Il Governo di Madrid che ruolo ha avuto nella riconversione di Bilbao?

R: C'è stato un investimento pubblico diretto e indiretto da parte del governo basco e del governo Centrale. Gli importanti investimenti pubblici nelle infrastrutture dei trasporti e attrezzature hanno agito come fattore trainante e catalizzatore del processo di rigenerazione urbana mediante investimenti diretti (metropolitana, aeroporto, superporto, Museo Guggenheim, Palazzo dei Congressi, ecc) e indiretti attraverso il recupero e trasferimento di plusvalenze (Variante Sur, urbanizzazione dei quartieri Ametzola e Abaondoibarra ecc).



D: Puntare sul turismo e sulla cultura ha portato benefici, anche economici (aumento dei posti di lavoro) alla città, rispetto all'attività industriale?

R: Il caso di Bilbao è quello della reinvenzione di una città con forte tradizione industriale. Bilbao è un esempio indiscutibile di come una città postindustriale sia capace di riconvertirsi e costruire un tessuto imprenditoriale nuovo basato nel settore dei servizi, che dà supporto al resto della regione. La tradizionale industriale continua ad avere un ruolo rilevante pur rappresentanto il 6,4% del PIB (Prodotto Interno Lordo).

Tuttavia i servizi sono la principale attività della città, dato che generano l'80% della sua ricchezza. L'industria alberghiera e il commercio rappresentano il 20% e i servizi pubblici, principalmente educazione e sanità, un altro 20%. Il restante 40% riguarda le imprese che forniscono servizi all'industria come per esempio le assicurazioni, le banche e le imprese di innovazione e tecnologia, tra le altre.

Insieme a questo, si sta potenziando il turismo d'affari e una nuova offerta che riguarda la città e i suoi dintorni, per dare maggior peso a questo settore che attualmente rappresenta il 5,6% del PIB. Solo per questo 2014 la città ospiterà più di 1000 eventi, oltre ad essere la sede scelta per le 15 partite delle qualificazioni per la Coppa del Mondo di Basket FIBA di quest'anno.


D: Ritieni che il modello Bilbao possa essere esportato in altri paesi?

R: Ogni città ha le proprie caratteristiche ma, la condizione comune di concentrazione demografica in un'area urbanizzata fa sì che, tra le varie città, le similitudini in termini di problematiche e sfide siano molte. Pertanto, penso che a Bilbao abbiamo esperienze che possono essere esportate, incoraggiando a condividere le conoscenze e facendosi avanti con soluzioni ispiratrici finalizzate alla realizzazione comune di “città per le persone”.



D: Come sarebbe oggi Bilbao se le diverse associazioni non avessero deciso di impegnarsi attivamente nella sua riconversione?

R: Sarebbe semplicemente una città industriale come tante, grigia e senza servizi avanzati.



D: In Italia Taranto e i suoi abitanti guardano a Bilbao come a un esempio da seguire per rinascere, puntando non più su attività industriali pericolose de inquinanti ma sul turismo, sulla cultura e sul patrimonio naturale. Che messaggio ti senti di inviare alle persone di Taranto, che lottano da anni per rivendicare il diritto a vivere in una città sana?

R: Credo che l'impegno per avere una città sana non solo sia fattibile, ma è l'unica opzione accettabile per garantire l'abitabilità della stessa, con una garanzia reale di sostenibilità, trasformando quel luogo in una città per le persone.

Note: Ringrazio a nome mio e di Peacelink la Sig.ra Ana Sancho, responsabile Marketing e Comunicazione per l'Associazione Bilbao Metropoli-30, per la disponibilità e la cortesia mostrata nel corso della nostra collaborazione, per la realizzazione di questa intervista.
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