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L'aspettativa di vita nel comune jonico risulta sempre al di sotto di quella di province limitrofe di Bari, Brindisi e Lecce

Questa affermazione è contenuta nell'ultimo studio sulla mortalità a Taranto:
21 agosto 2015
Alessandro Marescotti

una manifestazione a taranto

Autori: Stefano Cervellera, Carlo Cusatelli, Umberto Salinas
Titolo: "COSTRUZIONE E ANALISI DELLE TAVOLE DI MORTALITÀ A TARANTO DAL 2003 AL 2013 E COMPARAZIONE TRA FONTI DI DATI"

Lo studio aggiorna le tavole di mortalità con gli ultimi dati disponibili.
Questa ricerca è stata pubblicata in ambito scientifico ma non è stata presentata in conferenze stampa, forse perché contiene dati che non offrono sponda all'ottimismo.
I giornalisti non la conoscono, men che meno l'opinione pubblica.

Diffondiamo questo studio perché il potere politico sappia. E' allegato al comunicato stampa.
E facciamo una precisa richiesta al Sindaco di Taranto e al Presidente della Regione: vogliamo la pubblicazione mese per mese dei dati di mortalità complessiva per Taranto, disaggregati per sesso e per quartiere. La cosa è possibile, ne abbiamo parlato con esperti del settore. E' solo una questione di volontà politica.
Se si vuole continuare a fare conferenze stampa in cui si dice che a Taranto l'inquinamento è ritornato nella norma, si abbia almeno il coraggio di pubblicare contemporaneamente il dato della mortalità aggiornato per vedere se siamo veramente ritornati alla normalità.

Se la situazione è migliorata e se non abbiamo più nulla da temere, allora si pubblichino mese per mese i dati di mortalità di Taranto. Così vedremo se Taranto è diventata una città normale.

Taranto, lo sanno bene gli studiosi di demografia, era una delle prime città in Italia nella graduatoria nazionale per aspettativa di vita. Adesso è scesa al 96° posto per le femmine e al 97° per i maschi ed è ultima in entrambi i casi tra le province pugliesi, ha scritto recentemente Gian Carlo Blangiardo, docente di Statistica a Milano. (1)

Oggi è tecnicamente possibile avere i dati aggiornati al 31 luglio 2015: perché non vengono pubblicati? Perché non sono pubblicati quelli di giugno, maggio, aprile, marzo?

Chiediamo che venga istituito a Taranto un Osservatorio della Mortalità che fornisca dati aggiornati mese per mese e disaggregati territorialmente in modo da verificare in "tempo reale" se la mortalità è più alta nei quartieri vicini all'area industriale.

Sulla fattibilità tecnica abbiamo ottenuto garanzie da esperti della materia e sappiamo anche che questo si può realizzare a costo zero. Oggi la georeferenziazione dei dati di mortalità è fattibile in tempi molto rapidi se si considera il dato di mortalità complessivo. Uno studio costantemente aggiornato e georeferenziato sarebbe molto utile per tutti i ricercatori che seguono Taranto come caso di studio e che si scontrano con dati non aggiornati o aggiornati con grande lentezza per ragioni burocratiche.

Un osservatorio indipendente potrebbe nascere da un accordo fra l'Università, il Comune di Taranto e la Regione in quanto, questi ultimi due, sono gli enti amministrativi attraverso i quali passano in tempo reale i dati di mortalità.

Attualmente i modelli D4 (sui decessi) fanno il seguente percorso: vengono compilati dal medico che constata la morte, passano poi alla ASL (che ne mantiene copia), passano poi all'Anagrafe, giungono all'Ufficio di Statistica del Comune di Taranto e infine vengono acquisiti dall'ISTAT.

Costituendo un apposito Osservatorio sulla Mortalità a Taranto, questo passaggio verrebbe reso più celere e soprattutto verrebbe controllato evitando errori.

Già in passato il mondo della ricerca scientifica ha fatto al Sindaco di Taranto la proposta di istituire un osservatorio di questo tipo.

Le proposta già avanzata da chi ha condotto studi di statistica e demografia a Taranto evidenziava quanto segue:

è il medico dell’ASL che compila il modello, il quale poi viene trasmesso ai Comuni, che elaborano i modelli derivati D7A e D7B, per poi inviare, tramite le Prefetture, il cartaceo all’ISTAT per l’elaborazione. L’ISTAT carica i dati, aggiunge la classificazione delle cause di morte, secondo i criteri dell’ Organizzazione Mondiale della sanita, con il metodo ICD-10, ed infine li elabora con l’estensione delle tavole di mortalità.
Le tavole di mortalità sono uno strumento molte importante e potente per studiare ed indagare sulle cause di morte in un area o territorio, a volte anche miglio rispetto ai modelli di sopravvivenza (parametrici e non) e possono essere alla base di importanti ed ulteriori studi epidemiologici, sociali ed economici.
L’ISTAT riporta le tavole di mortalità, purtroppo, con il ritardo necessario alla loro raccolta dei dati ed alle elaborazioni necessarie.
L’ISTAT fornisce le tavole di mortalità aggregate senza distinguere se esse avvengono nelle adiacenze e vicinanze dei poli industriali.
Bisognerebbe avere la collaborazione del Comune di Taranto, depositario del modello D4 e D4 bis, che dovrebbe responsabilizzarsi all’utilizzo statistico di questi dati, con strumenti adeguati, anche ad analisi geo-referenziate, dato anche il suo elevato livello di conoscenza dei cittadini, cui può essere ricostituito tutto il suo percorso di vita residenziale e lavorativa quali dati essenziali per una analisi specifica della mortalità su un territorio.
Costituendo un osservatorio sulla mortalità geografica con il Comune di Taranto si potrebbe da loro ricevere i dati grezzi da elaborare costantemente, e trasferire loro, oltre i risultati delle ricerche, le migliori metodologie e prassi per una sistematica analisi del fenomeno, che oggi è di fondamentale importanza conoscere, anche per le politiche che gli enti territoriali, la Regione ed il Governo devono attuare in questo territorio.
Un osservatorio così definito consente di avere un monitoraggio continuo, real time, della situazione della mortalità nel Comune di Taranto, che ha una popolazione di circa 204.000 abitanti, circa il 37% della popolazione dell’intera provincia. Si potrebbe ricostruire le tavole di mortalità per aree suburbane omogenee dotando, quindi, le istituzioni ed i ricercatori di potenti ed aggiornati strumenti di analisi.

Se tutto questo lo chiedono gli esperti, perché non realizzarlo?

Si ha forse paura che i dati "a norma" delle centraline Arpa vengano accompagnati da dati "non a norma" della speranza di vita dei tarantini?

 

Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink

 

 

 

 

 

 

 

 

(1) Blangiardo, "I dati confermano: qui si vive meno che nel resto della Puglia"
http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/blangiardo-morti-puglia.aspx

 

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Alessandro Marescotti
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