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Lo dimostra uno studio evoluzionistico

Le dimensioni del corpo umano sono modellate dal clima

Lo studio mette insieme i dati dei fossili con i modelli climatici per mostrare l'effetto che il clima ha sulle dimensioni del corpo e del cervello
6 settembre 2021
Charlotte Burton
Tradotto da Martina Di Carlo per PeaceLink
Fonte: The Guardian - 08 luglio 2021

Questi fossili umani illustrano la variazione del cervello (teschi) e delle dimensioni del corpo (ossa della gamba) in relazione all'età e ai fattori ambientali. Teschi da sinistra: Neanderthal (55.000 anni), scoperto in Israele; Homo sapiens (32.000 anni), Francia; Pleistocene medio Homo, (430.000 anni), Spagna. Fotografia: Dr Manuel Will

Una nota costante nell'evoluzione umana è la crescita delle dimensioni del corpo e del cervello. La nostra specie, l'Homo sapiens, fa parte del genere Homo e si sviluppò circa 300.000 anni fa. Noi siamo molto più grandi delle precedenti specie di Homo e abbiamo un cervello tre volte più grande di coloro che vissero un milione di anni fa.

Vi sono state delle accese discussioni sui fattori che hanno portato la specie umana ad evolversi in questo modo e ciò ha spinto un gruppo di ricercatori guidati dall'Università di Cambridge e dall'Università di Tubinga in Germania a confrontare i modelli climatici con i dati di più di 300 fossili umani del genere Homo per stabilire il ruolo che il clima ha potuto giocare in questa evoluzione.

Il gruppo di ricercatori ha stabilito quali temperature, precipitazioni e altre condizioni climatiche ogni fossile, nell'arco dell'ultimo milione di anni, avrebbe subito quando era un essere umano. Lo studio, pubblicato su Nature Communications, ha stabilito un forte legame tra la temperatura e le dimensioni del corpo, dimostrando che il clima rappresentava un fattore determinante della dimensione del corpo in quel periodo.

“Più fa freddo, più gli esseri umani sono sviluppati”, ha dichiarato il Dott. Manuel Will, ricercatore dell'Università di Tubinga e primo autore dello studio. “Più si è sviluppati, cioè più si ha un corpo grande, allora più calore si produce; inoltre se ne perde relativamente meno poiché la superficie della nostra pelle non si sviluppa alla stessa velocità della massa corporea”.

Questa relazione tra clima e massa corporea è compatibile con la regola di Bergamann per cui si riscontra un maggiore peso corporeo negli ambienti più freddi e un minore peso corporeo negli ambienti più caldi. Un esempio sono gli orsi: quelli polari che vivono nell'Artico pesano molto di più rispetto agli orsi bruni che vivono in climi relativamente più caldi.

“Non è del tutto sorprendente ma è comunque interessante vedere a tal proposito che la nostra evoluzione non differisce da quella di altri mammiferi”, ha dichiarato il Dottor Nick Longrich, del 'Milner Centre for Evolution' presso l'Univeristà di Bath, che non ha partecipato al progetto di ricerca. “Affrontiamo problemi simili quando si tratta di acquistare o di perdere calore, perciò sembra che ci siamo evoluti in modo simile”.

Lo studio ha stabilito un legame anche tra il clima e le dimensioni del cervello ma i risultati mostrano che i fattori ambientali hanno un'influenza sostanzialmente minore sulla dimensione del cervello rispetto a quella del corpo.

“Questo fenomeno mostra che le dimensioni del corpo e del cervello subiscono pressioni selettive differenti”, ha dichiarato il Prof. Andrea Manica, un altro partecipante alla ricerca. “Questo studio riesce davvero a chiarire il fatto che entrambe (quella del corpo e quella del cervello) stanno aumentando, ma per ragioni molto diverse”.

I risultati non dimostrano alcun nesso tra le dimensioni del cervello e la temperatura. I ricercatori, invece, hanno osservato una costante tra la grandezza del cervello e la stabilità del clima. Questo rapporto si ricollega alle necessità alimentari degli esseri umani che vivono in ambienti di stabilità climatica variabile.
“Più il clima è stabile, più i cervelli sono sviluppati”, ha dichiarato Will. “C'è bisogno di molta energia per mantenere un cervello di grandi dimensioni; in ambienti climaticamente stabili, si trovano cibi in maniera più stabile, dando la possibilità di avere una nutrizione sufficiente per acquisire l'energia necessaria”.

I ricercatori hanno anche rilevato indizi di cambiamenti comportamentali che possono aver influenzato le dimensioni del cervello per esempio le strategie di caccia in ambienti più aperti. Questi fattori più indiretti rendono più complessa la comprensione dei fattori che hanno guidato l'evoluzione umana.

“Ci sono altri fattori oltre a quelli climatici”, ha dichiarato Longrich. Fattori competitivi, sociali, culturali e tecnologici sono stati identificati dai ricercatori ma non esaminati nel presente studio. I modelli futuri dovrebbero prendere in considerazioni questi fattori che interagiscono con lo sviluppo.

Will puntualizza il fatto che l'evoluzione è sempre in corso, anche se determinata da elementi differenti rispetto a quelli di un milione di anni fa. “Il passato ci ha dato degli indizi sul futuro; possiamo imparare da questi. Ma non possiamo fare semplici estrapolazioni”, egli ha dichiarato.

Per esempio, ha spiegato, nonostante oggi notiamo un riscaldamento del clima, non possiamo automaticamente presumere che, come conseguenza, i nostri corpi diventeranno più piccoli.

Tradotto da Martina Di Carlo, revisione di Patrick Boylan per PeaceLink. Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.
N.d.T.: Titolo originale: Human body size shaped by climate, evolutionary study shows
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