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Le sorprendenti e contradditorie dichiarazioni del Ministro dei trasporti

L'incredibile stop targato Lunardi

17 settembre 2004
Paolo Hutter

. Chi ha detto con forza nei giorni scorsi che “è patologico che si consumino così tanti derivati del petrolio per il trasporto delle merci e delle persone” e che “occorre far vincere il trasporto collettivo su quello privato”? Chi ha detto che bisogna “costruire vere forme di controllo della crescita della domanda”? Premesso che non sono stati i soliti ambientalisti, chi è stato? Incredibile a dirsi, è stato il ministro Piero Lunardi. Ebbene sì, dopo aver lanciato la provocazione di “targhe alterne nelle città tutto l'anno”, il ministro Lunardi ha replicato con una lettera aperta alle proteste o allo scetticismo degli amministratori di centro-sinistra. E nella sua risposta ha enunciato il piccolo credo anti-liberista e quasi ambientalista che abbiamo riassunto, sorprendente per un ministro di questo governo.

Un governo che finanzia asfalto e Alta Velocità invece che trasporto pubblico locale, che ha archiviato con le domeniche a piedi qualunque altro sostegno organico al disinquinamento delle città. Soprattutto, però, le proposte e gli argomenti di Lunardi sono sorprendenti se si tiene conto di cosa è e come si muove su questi argomenti il Polo a livello locale. Il Polo è quasi sempre stato, ovunque, l'espressione politica cocciuta e sguaiata della resistenza di una parte della società a qualunque misura di limitazione del traffico privato. Era ed è giusto dunque sottolineare che l’uscita di Lunardi è talmente singolare da apparire ipocrita, e che merita di essere presa sul serio solo se almeno un amministratore locale del Polo, almeno uno, si dimostrasse disposto a dargli retta. Invece, alla proposta delle targhe alterne gli esponenti del centrosinistra che hanno replicato lo hanno fatto con argomentazioni sensate e comprensibili ma un po’ troppo limitate. Il governo ci dia le risorse per il trasporto pubblico, hanno detto in sostanza i nostri sindaci ed assessori. (Lunardi sostiene che le risorse per metropolitane e nuovi tram stanno arrivando, Anci e Federtrasporti possono tranquillamente replicare che, innanzitutto, il governo è in carica da oltre tre anni e che quelle risorse le ha bloccate.) Ma non si può negare che in Italia in generale e nelle città in particolare c'è un abuso di automobile e di motori, e che una parte almeno di questo abuso può essere ridotta anche a costo zero, per esempio dando limiti più severi alla circolazione privata e più spazio, con le corsie riservate, agli attuali mezzi pubblici.

Ora, è chiaro che tecnicamente le targhe alterne sono una misura che ha vari punti deboli: soprattutto il fatto che più sono programmate e meno diminuiscono il traffico perchè molti si procurano l'alternanza di veicoli pari-dispari. Ma - parafrasando il proverbio cinese sul dito che indica la Luna e lo stolto che guarda il dito - se Lunardi propone le targhe alterne e dice che bisogna “controllare la domanda” più che fare le pulci tecniche alla proposta delle targhe alterne ci sarebbe da cogliere innanzitutto la clamorosa e contradditoria novità (anche se ipocrita) della posizione presa da un ministro del Polo. Le debolezze tecniche della proposta delle targhe alterne possono essere benissimo superate da altre forme di selezione di quali sono le auto che volta per volta possono circolare. Il problema è politico, sociale, economico: chi paga i costi delle limitazioni, chi se ne avvantaggia, chi è in grado di reggere i costi politici della decisione. L’intervento di Lunardi sulla limitazione del traffico nelle città può assomigliare - e nelle intenzioni assomiglia - al tentativo del governo di scaricare sui comuni e gli enti locali la necessità di aumentare le tasse. (Noi governo non facciamo nulla per limitare i consumi di benzina e diesel, ma diciamo che lo dovrebbero fare le città.) Ma limitare e selezionare il traffico – anche se non è facile - non è così impopolare come aumentare tariffe e tasse locali. Il “popolo inquinato”, gli utenti dei trasporti pubblici, i ciclisti, le ragioni dell’ambiente potrebbero e dovrebbero essere rappresentati/e innanzitutto e fermamente dal centro-sinistra. Non accade abbastanza, ma non perdiamoci d’animo.

La lettera di Lunardi andrebbe innanzitutto sbattuta in faccia ai piccoli Poli-tici (cioè del Polo) dell’Emilia Romagna e alla campagna triste di tutte le edizioni locali del Resto del Carlino contro qualunque tipo di limitazione del traffico privato. E il caso vuole che in questi giorni sia proprio Reggio Emilia il caso interessante a cui guardare. Su impulso del nuovo assessore Santel, la città emiliana è tra le italiane quella che ha preso più sul serio la Settimana Europea della Mobilità Sostenibile e la giornata europea senz’auto del 22 settembre. Per una settimana a Reggio Emilia non solo si allarga la Zona a Traffico Limitato ma anche si blocca, in tutta la città, la circolazione dei veicoli non Euro2. Cioè si fermano, oltre ai non catalizzati, anche i catalizzati di minor validità (Euro 1). Una misura nuova che potrebbe dare risultati interessanti di diminuzione del traffico e delle emissioni. Vedremo se Lunardi lo verrà a sapere e se sarà disposto scontrarsi davvero con gli auto-dipendenti.

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