IL coraggio o lo smog
12.02.05
E' vero. Non c'erano allora gli studi dell'Oms sulle polveri fini che uccidono nelle prime otto città italiane 10 persone al giorno e causano 31 mila casi di bronchite nei bambini l'anno, ma è vero: era peggio. E allora? Dato che non si sapeva neanche che l'amianto fa venire il cancro, torniamo all'amianto? E' vero pure che la penitenza inflitta a milioni di persone con le targhe alterne, senza un bel temporale («non» piove, governo ladro) pare dare risultati modesti. E riecco il tormentone: val la pena d'infastidire la gente se perfino gli sforzi più virtuosi, come a Vicenza dove le auto sono state fermate quattro giorni di fila, hanno ridotto lo smog «solo» del 20%, cioè del 5% al giorno? Beppe Grillo ride: «Le targhe alterne non funzionano perché chi ha la targa giusta quel giorno si sente privilegiato e va a farsi un giro anche se non deve uscire: io sì, tu no». Chi ne conclude che allora tanto vale lasciar perdere, però, si rassegni: le alternative serie, come sostiene Legambiente, sono ancora più drastiche.
Per abbattere davvero le polveri fini, per quattro quinti dovute al traffico, non basterà accentuare i controlli sulle industrie o imporre case meno sprecone varando finalmente i decreti applicativi di una legge fatta ma vuota da 14 anni. Ci vuole di più. E a parole, lontano dalle elezioni, son quasi tutti d'accordo. A destra e a sinistra. Occorre cambiare i bus che sono quasi sempre a gasolio, metterli in grado di far concorrenza all'auto alzando la loro velocità media che è di 16 chilometri l'ora (2 in meno che nel 2001), togliere le macchine dal centro a costo di metter l'ingresso a pagamento, imporre vere corsie preferenziali che non esistono in 35 capoluoghi su 103 e coprono quasi ovunque (violate) meno dell'1% della rete. E investire, investire, investire sui mezzi pubblici che nella sola Ile-de-France portano 3 miliardi di passeggeri l'anno: mezzo in meno che tutte le nostre città messe insieme. Insomma, va rovesciato il rapporto tra noi e l'auto, noi e la città.
Il sindaco di Londra Ken Livingstone ci ha provato facendo pagare 8 euro d'ingresso alla «zona C». Mancavano 14 mesi alle elezioni. I sondaggi dissero: sarà travolto. Poi il traffico è calato del 30%, i bus han preso a correre, con i soldi incassati hanno comprato nuovi mezzi. E lui è stato l'unico laburista, nel disastro, a vincere. Lo mettiamo un cartello? AAA. Amministratori coraggiosi cercansi.
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