Un referendum per l'Europa
Con la decisione del Parlamento europeo di avviare una serie di Forum con i parlamenti nazionali sul rilancio del processo costituente europeo e con l’invito della Presidenza austriaca ai paesi dell’Unione di completare le ratifiche nazionali, il progetto di Costituzione europea sta ritornando al centro del dibattito politico sul futuro dell’Europa.
In questa prospettiva, il Movimento Federalista Europeo, nel quadro dell’Unione Europea dei Federalisti, invita i cittadini, le organizzazioni della società civile e i partiti politici a partecipare a una campagna per la raccolta di 1.000.000 di firme da presentare al Parlamento europeo e alla Commissione europea affinché venga convocato un referendum europeo in occasione della prossima elezione europea del 2009. I cittadini europei devono poter dire Sì o No alla nuova Europa.
La Convenzione dei cittadini europei di Genova, del 3-4 dicembre 2005, a cui hanno partecipato più di 100 ONG, ha approvato un «Manifesto europeo» in cui si afferma che «l’Unione europea è un progetto incompiuto. La democrazia, costretta entro gli angusti limiti degli stati nazionali, è in crisi. Il populismo e la demagogia guadagnano crescenti consensi. Il nazionalismo ritorna sotto nuove forme in un’Europa sempre in bilico tra l’unità e la divisione. Occorre trasformare l’Unione in una comunità democratica di nazioni democratiche, dunque in una Federazione europea. Le cittadine e i cittadini europei chiedono una Costituzione che consenta all’Unione di parlare al mondo con una sola voce - in particolare nel Consiglio di sicurezza dell’ONU - con un proprio governo, responsabile di fronte al Parlamento europeo. Chiedono una Costituzione che riconosca la pace come valore fondante dell’Unione e garantisca i diritti fondamentali ad ogni individuo, compreso il diritto ad una cittadinanza di residenza. Noi domandiamo inoltre la creazione di un servizio civile europeo, che rafforzi l’identità dei cittadini europei. Il compito dell’Europa nel mondo è di promuovere un nuovo ordine mondiale, fondato sulla pace, la giustizia, la cooperazione con i paesi poveri e lo sviluppo sostenibile».
Si tratta ora di realizzare questi obiettivi. Il primo passo consiste nell’organizzare in ogni città un Comitato delle associazioni e delle forze politiche che intendono sostenere l’iniziativa del referendum europeo.
Le ragioni della mobilitazione popolare, in Italia e in Europa, sono le seguenti.
• L’unificazione europea è iniziata ed è progredita grazie alle iniziative di avanguardie politiche e di statisti illuminati. Ma la costruzione dell’Europa dall’alto, avviata all’indomani della seconda guerra mondiale, non è più sufficiente nel mondo contemporaneo, quando l’unità politica – non solo un mercato comune – è indispensabile per affrontare le sfide della globalizzazione e della politica estera. L’Europa democratica non può essere costruita se i cittadini stessi non si mobiliteranno.
• La responsabilità di riprendere e portare a termine il processo costituente, messo in crisi dai referendum in Francia e in Olanda, spetta prioritariamente al Parlamento europeo ed ai governi nazionali. Sono loro che, imponendo la via delle ratifiche nazionali, hanno di fatto escluso i cittadini europei – come corpo politico, dunque come popolo europeo – dal processo di ratifica. Ora, i cittadini europei e le forze della società civile rivendicano il diritto democratico di esprimere il loro parere sulla Costituzione europea. Occorre dire basta all’Europa dei vertici e della burocrazia
• Un referendum europeo sulla Costituzione europea comporta l’introduzione del principio di maggioranza nella procedura di ratifica. Si tratta di un’innovazione decisiva. Sino ad ora, si è sempre proceduto all’unanimità. Qualsiasi regola di maggioranza venga adottata – la più ragionevole è che la Costituzione venga approvata da una maggioranza di paesi che rappresenti la maggioranza della popolazione dell’Unione – il risultato sarà che i paesi in cui prevale il No si autoescluderanno dal processo. Essi perderanno dunque il potere di impedire ai paesi in cui è prevalso il Si di andare avanti, adottando la Costituzione europea.
• Di fatto, il referendum europeo sancisce la fine del diritto di veto nella procedura di ratifica. E, una volta abolito il veto nell’atto di fondazione della nuova Unione, diventerà ragionevole, per i paesi intenzionati a costruire la Federazione, abolire il diritto di veto anche nel processo decisionale ordinario, in particolare nel Consiglio dei Ministri. Il diritto di veto nazionale è alla radice del deficit democratico europeo e dell’incapacità dell’Europa di esprimere un governo efficace nella politica estera e nella politica economica. Dopo l’allargamento, è necessario che un gruppo d’avanguardia di paesi possa formare una Federazione in una più vasta confederazione.
Movimento Federalista Europeo
Marzo 2006
http://www.citizensconvention.net
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