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26 marzo 2003

Il silenzio di Dio

Appello di Giuseppe Vazzana ai poeti e agli scrittori del mondo perché si
esprimano ancora una volta contro tutte le guerre
e l'uso di armi nucleari
Autore: Giuseppe Vazzana
Fonte: 26.03.2003

Il silenzio di Dio
blues

"Dio tace, offeso dall'uomo"
Il primo verso lo dettò Papa Woytila,
sentendo il peso della storia
che non ricorda se stessa.
L'uomo ha un'amnesia gravissima,
non sa più chi è, quale fu il suo cammino,
non ha imparato nulla da ciò che ha fatto:
non ricorda le civiltà che ha costruito
e gli orrori in cui è incorso,
e da cui a suo tempo lo guarì
il riconoscimento della colpa.

Invisibili delicatissimi atomi
si uniscono in molecole,
queste in ulteriori associazioni
onde costruire il mondo inanimato
e da qui in avanti la vita.
Che Dio abbia dato una mano qua e là,
suggerimenti chimici per orientarli
nel labirinto delle incalcolabili possibilità
e arrivare finalmente all'uomo,
non c'è da dubitarne.

Dunque l'uomo nacque dall'atomo
guidato da una volontà cosmica
che intenzionava la vita
come suo vero scopo,
la vita, l'uomo che ride, l'uomo che parla
l'uomo che crea, che dipinge, che suona
l'uomo che inventa, che costruisce, che ama,
l'uomo che brama di non essere solo
nell'Universo che lo circonda:
questo volle il Principio della Vita,
per non essere lui stesso un Dio solo nel Cosmo
ma il padre d'una creatura
con cui popolare d'energia vivente
lo Spazio e il Tempo già indifferenziati.

Ora però ha scoperto con orrore
che l'uomo odia se stesso in nuce.
La sua creatura ha escogitato trucchi matematici
per ingannare atomi e molecole
e deviarli dal disegno universale,
trasformandoli in sicari spietati.
Per far questo elimina la storia,
tacita il pensiero, compra il silenzio di se stesso:
che tutto accada in perfetta usualità,
che non si mostri di far caso
alla vita che finisce in un boato.
Che Dio torni un'altra volta solo
nel Cosmo di pietra, di gas e di ghiaccio,
ferito per sempre dall'uomo
che col genio atomico ha violato
la sua suprema dignità di Creatore.

*********************

Giuseppe Vazzana è nato a Catania nel 1957, città dove si è laureato in
Filosofia con una tesi su Husserl e Heidegger. Ivi insegna privatamente la
disciplina. Nella primavera del 2000 ha fondato l'Associazione Culturale
CITTÀ DELLE ARTI, tuttora in fase di strutturazione.
Il suo orizzonte di poeta e scrittore comprende tutte le forme espressive
e può pertanto definirsi consapevolmente eclettico: spazia dal racconto al
romanzo (Terre di confine è opera in cantiere), ai poemetti metrici, alle
forme poematiche in liberi versi, dizione peculiare all'autore intesa a
sottolineare la dignità del verso libero.
Tra le sue opere maggiori i due poemi epodici DUCEZIO nel racconto del
poeta Cirneco di Piakon, sulla vicenda del condottiero siculo che promosse
una rivolta indipendentista della sua etnia contro i colonizzatori greci
nel V sec. a.C., e MANTRA SICANO, una riflessione esistenzialista del
ciclope Polifemo di fronte alla dichiarata volontà di Ulisse di non
accecarlo per non privare l'umanità della possibilità dell'introspezione,
che deriva dalla potenza intuitiva del suo unico Occhio Lunare. Le due
opere sono in corso di pubblicazione dalla CITTÀ DELLE ARTI. Tra i poemetti
metrici IL BALLETTO DI ONIRIA TRA LE STELLE, scritto in versi endecasillabi
e accompagnato dalla mirabile grafica di Angelo Pavone. L'opera narra del
sogno della ballerina Oniria di attraversare l'universo danzando.
L'indirizzo E-Mail a cui inviare eventuali messaggi è
giuseppe.vazzana@tiscali.it
Con amicizia, nella poesia

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